Impianti per il compostaggio in Puglia. Emiliano e il Direttore dell’Agenzia Regionale per i Rifiuti, Avv. Grandaliano, facciano chiarezza sul percorso intrapreso. Riteniamo che la strada della realizzazione degli impianti di compostaggio, per recuperare la frazione umida dei rifiuti urbani e trasformarla in compost per l’agricoltura, sia quella giusta. Tuttavia, occorre precisare quale tipologia di impianti si vuole realizzare ed è necessario individuare con precisione i quantitativi dei materiali nonché la loro provenienza, al fine di localizzare e dimensionare correttamente gli impianti. La filiera deve essere quanto più corta possibile, prevedendo che la frazione organica da trattare debba provenire dai Comuni vicini all’impianto per poi essere riutilizzata in agricoltura, prevalentemente nella stessa area. Occorre evitare di scatenare gli appetiti speculativi di alcune società private, magari Srl con scarsissimi capitali sociali, che sono pronte ad accaparrarsi risorse pubbliche per poi scappare quando il business si riduce e bisogna bonificare le aree. Per evitare qualunque rischio è necessario che gli impianti siano pubblici e che si eviti la possibilità di spingersi prevalentemente sul recupero energetico da biogas, che può essere prodotto dalla decomposizione della frazione organica soprattutto con impianti a tecnologia anaerobica. Urge, inoltre, una verifica sugli impianti attualmente presenti, come quello ASECO di Ginosa, per i quali è importante implementare l’utilizzo dei filtri di nuova generazione per limitare al massimo le emissioni odorigene e evitare giacenze e stoccaggi sulle superfici non coperte che generano emissioni odorigene insopportabili per i cittadini.
Mino Borraccino
Sinistra Italiana