Reinventare la quotidianità. Provare a forzare il destino, senza aspettare che sia lui ad arrivare con i suoi tempi, per costruire un’esperienza di futuro. Insomma, un’altra Taranto è possibile ricucendo la città al suo mare. E, allora, la blue economy può diventare il grimaldello capace di scassinare una realtà che sembra immobile. Del resto i dati parlano chiaro: la blue economy produce il 3% del pil e impiega, tra attività specifica dei porti e interporti, 500mila persone di professionalità medio-alta. Ma per concorrere a questo 3% di pil e per sostenere le sfide di mercati sempre più internazionali, “bisogna superare le divisioni tipiche della nostra economia territoriale incapace di fare massa critica”.
A sostenerlo è stato venerdì mattina, il consigliere regionale Gianni Liviano nel corso della conferenza stampa, tenutasi in via Fiume 12, di presentazione del corso biennale di “Hospitality management e Blue economy” (Tecnico Superiore specializzato nel Management della Filiera dell’Economia del Mare con particolare riferimento a quella Turistico-Nautica). A presentare l’iniziativa, unica in Puglia, con il consigliere regionale tarantino c’era la dott.ssa Giuseppina Antonaci, presidente della fondazione “Its Iota Sviluppo Puglia” tra i cui partner c’è l’Università di Bari.
Si tratta di un progetto destinato ad un impatto notevole sul territorio per le implicazioni che avrebbe anche sul tessuto imprenditoriale dal momento che, oltre alle ore di didattica, gli studenti – il corso è rivolto ai ragazzi neodiplomati – saranno impegnati in stage nelle imprese del territorio. Delle complessive duemila ore, infatti, 950 saranno dedicate a stage in azienda.
“I percorsi ITS – ha spiegato la presidente della fondazione, Giuseppina Antonaci – si fondano su una didattica laboratoriale e su un 40% di attività di stage. La flessibilità e l’autonomia progettuale ed organizzativa degli ITS permette di co-progettare e realizzare con le aziende profili formativi rispondenti ai loro bisogni reali. Gli allievi – ha aggiunto – svolgono, durante il periodo formativo, diverse attività sul territorio, supportano l’organizzazione e la gestione di eventi, anche a livello nazionale”.
Da qui la necessità di far conoscere, non solo ai dirigenti scolastici ma anche agli imprenditori tarantini, la presenza di questo corso che sta per partire a Taranto e che sarà ospitato nella sede del Dipartimento jonico Studi giuridici. Un corso che non presenta oneri finanziari, “perché totalmente cofinanziato”, per gli studenti che decideranno di iscriversi dal momento “che i ragazzi – ha spiegato la dott.ssa Antonaci – sosterranno soltanto la spesa di 20 euro per partecipare alla selezione che prevede prove su risoluzioni di crisi aziendali, un corso di Inglese, un colloquio motivazionale. Al termine della prova verrà stilata una graduatoria e i primi 25 saranno ammessi ai corsi”.
Anche le imprese sono chiamate a svolgere un ruolo importante. “L’adesione alla fondazione – ha spiegato ancora la dott.ssa Antonaci – non comporta oneri dal momento che le imprese che vogliano farne parte possono contribuire, diciamo così come cofinanziamento, mettendo a disposizione le proprie strutture, i propri macchinari e le proprie tecnologie”.
Già adesso, l’istituto tecnico superiore può contare su un parterre di imprese che hanno aderito alla fondazione, ma altre possono ancora aggiungersene, e il cui ruolo sarà quello di accogliere, all’interno delle proprie aziende, gli studenti tirocinanti con la possibilità di assunzione “attraverso – ha puntualizzato la Antonaci – contratti di apprendistato di terzo livello che permettono, comunque, allo studente di continuare a studiare e alle aziende che assume di accedere a sgravi fiscali”. Non solo, il corso si avvale anche della partnership di Costa Crociere che permetterà ai corsisti di effettuare stage a bordo delle proprie navi.
Insomma, l’obiettivo che il corso si prefigge di raggiungere è quello di una sinergia attraverso la comunità di filiera, dove i giovani vengono preparati alle esigenze delle imprese passando attraverso l’aggiornamento tecnologico e innovativo nella formazione professionale degli allievi, abituati a ragionare con la prospettiva e gli strumenti di aziende che tentano di aprirsi alla concorrenza mondiale tra industria 4.0, e-commerce e comunicazioni digitali.
Partner della fondazione è l’Università di Bari. Il prof. Vito Roberto Santamato, direttore del corso di laurea magistrale in “Progettazione e management dei sistemi turistici e culturali”, ha, infatti, delineato il profilo di tecnico superiore necessario per la realtà tarantina.
“La mission – ha fatto presente la presidente della fondazione – è quello di avere uno sbocco occupazionale immediato”.
“Con questa iniziativa, che vede la Regione Puglia in prima linea avendo previsto la creazione degli Its nell’ambito della sua programmazione, – ha sostenuto, chiudendo la conferenza stampa, il consigliere Liviano – vogliamo che Taranto possa rappresentare, a tutti i livelli, l’esempio di come un tessuto socio-territoriale, soggetto a elevate pressioni industriali e produttive possa rigenerarsi attraverso un percorso che vede consapevolmente coinvolta la collettività, la comunità scientifica, il sistema industriale e intellettuale. Insomma, vogliamo provare a creare occasioni di sviluppo per l’imprenditoria locale, quell’imprenditoria che, come noi, crede fortemente nel rilancio di Taranto”.