La campagna per la raccolta delle domande di aiuto della PAC 2017 si è conclusa da pochissimi giorni, una tra le più complicate, arruffate emal gestite che si ricordino. La terza campagna consecutiva in regime di proroga in tre anni di nuova riforma, un record.
“Riteniamo necessario dare voce a tutti gli agricoltori, e ai nostritecnici con loro, per informare chi non è informato e per consegnare all’opinione pubblica più attenta di questo nostro Paese un quadro reale di come si è svolto il lavoro per cercare di garantire agli agricoltori italiani lapresentazione di domande uniche e domande PSR, il tutto con unsistema amministrativo e informativo assolutamente inadeguato agli obiettivida raggiungere – è il pensiero di Cia Confederazione Italiana Agricoltori – Per le aziende agricole gli aiuti comunitari e nazionali rappresentano una importante, e spesso fondamentale, risorsa economica che può fare ladifferenza in periodi di crisi, con eventi climatici avversi e in un mercato incui la competizione è sempre più forte. Viceversa questa campagna PACche si sta chiudendo, rischia di ingrossare le fila delle aziende agricole che potrebbero non ricevere l’aiuto senza averne alcuna responsabilità”.
“Proprio alla fine di questo lungo e durissimo percorso dobbiamonecessariamente esprimere tutta la nostra indignazione per le difficoltà in cui siamo stati costretti ad operare, su come sia stata precaria e assolutamenteinadeguata la logica con cui l’Amministrazione si è posta e, di conseguenza, quanto sia forte il rischio di errori inconsapevoli – continuano a CiaConfederazione Italiana Agricoltori – Non può essere accettato che leevidenti mancanze tecniche e le inadeguate o tardive decisioniamministrative ricadano sugli agricoltori e sui CAA – Centri di AssistenzaAgricola, loro strumenti. Noi non possiamo accettare che anche un solo agricoltore resti fuori dagli aiuti che gli spettano per malfunzionamenti del processo amministrativo e su questo chiediamo una forte condivisione delmondo politico e una presa d’atto dell’Amministrazione al fine di perseguire ogni sforzo possibile”.
Il Ministero delle politiche agricole, Agea e i suoi strumenti avrebberodovuto valutare la complessità di un passaggio al modello grafico in unPaese che presenta tante specificità e genera circa 900.000 domande unichedi aiuto e oltre 200.000 domande di PSR. Avrebbero dovuto imporre nelle sedi opportune un percorso più gestibile nei tempi e valutare con più attenzione che la strumentazione informatica messa in esercizio, fosse adeguata al lavoro da svolgere. Tutto questo era certamente prevedibile e solo un impegno straordinario dei tecnici ha reso possibile il raggiungimento dell’obiettivo di copertura del 75% di superficie grafica.
A questo va aggiunto il fatto che l’apparato AGEA che ha gestito questo2017, potrebbe non essere lo stesso che gestirà la fase di verifica e leistruttorie che presiedono ai pagamenti e potremmo assistere, come già successo, al disconoscimento di impegni e di accordi tecnici presi nelle riunioni per gestire le criticità emergenti.
“Da qui si deve partire per cambiare il modello di AGEA, per unainversione di tendenza tangibile che non scarichi sui deboli le responsabilità di un sistema che ha generato danni, di cui non è ancora nemmenopossibile valutare a pieno gli effetti – concluder Cia Confederazione ItalianaAgricoltori – Qualità ed efficienza devono viaggiare a braccetto con i diritti e i doveri di ogni attore coinvolto: Agricoltori, CAA, Politica e Pubblica Amministrazione. Le risorse comunitarie e quelle nazionali destinate al settore agricolo sono messe a disposizione dai cittadini-contribuenti, sono risorse erogate perché si riconosce questo settore come primario e strategico per il nostro Paese”.