“L’Italia ha perso 172 milioni di fondi europei relativi alla programmazione 2007-2013. Si tratta di risorse sottratte allo sviluppo sostenibile, alla prevenzione antisismica, alla lotta al dissesto idrogeologico. Uno schiaffo ai cittadini frutto dell’incapacità amministrativa del Pd, della sua classe dirigente locale e dei governi Renzi-Gentiloni”. Lo denuncia l’eurodeputata del MoVimento 5 Stelle e membro della commissione REGI al Parlamento Ue, Rosa D’Amato. I dati emergono dai report trimestrali di fine giugno della Direzione generale Bilancio della Commissione europea: stando a tali report, risultano “dismpegnati”, e dunque persi, 116 milioni del fondo POR FESR della Sicilia, 38 milioni del POIN Attrattori culturali, naturali e turismo, 9 milioni del PO FSE Bolzano e 7 milioni del PO FSE della Sicilia (regione che in totale perde 123 milioni).
“Colpisce il fallimento della programmazione in Sicilia, targata Pd e Crocetta – dice D’Amato – Ma fa male vedere anche come si siano perse importanti risorse per favorire lo sviluppo del turismo, settore che dovrebbe essere tra gli assi portanti dell’economia del nostro Paese”.
Oltre ai fondi Ue già perduti, desta particolari preoccupazioni anche il PON Ricerca e Competitività, con pagamenti fermi al 74% (ad oggi dovrebbero essere del 95%), per una somma totale da liquidare pari a ben 800 milioni di euro. Decisamente in ritardo anche i pagamenti per il PO FSE Calabria, al 67% dei pagamenti.
La situazione non migliora nemmeno per quanto riguarda la nuova programmazione 2014-2020. A 3 anni e mezzo dall’inizio del programmazione, e di fronte ad una dotazione totale di 72 miliardi (con finanziamento Ue di 42 miliardi), la Commissione ha rimborsato pagamenti per appena 3,9 miliardi. La percentuale pagamenti/impegni è ad un bassissimo 16,21%, ben al di sotto della media Ue del 23,72. Peggio dell’Italia, solo Cipro e Malta.
“Faccio fatica a comprendere i toni trionfalistici con cui il ministro De Vincenti e l’Agenzia per la Coesione Territoriale avevano annunciato in primavera di avere raggiunto tutti i target di spesa – attacca D’Amato – E il governo dovrebbe spiegare le ragioni dei ritardi nelle nomina delle autorità di gestione dei Programmi 2014-2020, ritardi che rischiano di riportarci alla solita folle rincorsa alla spesa degli ultimi anni e all’uso scriteriato dei progetti sponda. Anche alla luce di questi dati, non sarebbe forse il capo di valutare in maniera approfondita le modalità di gestione e di nomina del personale e dei consulenti dell’Agenzia per la Coesione Territoriale?”
“Come MoVimento 5 Stelle – continua D’Amato – abbiamo sempre insistito non solo sulla quantità, ma anche sulla qualità della spesa della politica di coesione. Anche nell’ottica di un possibile ridimensionamento del budget europeo post-2020, occorre dimostrare il grande valore aggiunto dei progetti europei finanziati con i fondi strutturali e di investimento. Ai falchi dell’austerity – conclude – che vorrebbero distruggere la politica di coesione, bisogna rispondere attuando progetti realmente utili per i cittadini e funzionali alle vocazioni dei territori”.