“Chiediamo, con urgenza, un tavolo in Prefettura, a Taranto, per discutere del fenomeno dei furti di acqua che, unito alla siccità, pregiudica le attività delle nostre imprese agricole”. E’ l’appello di Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, in risposta al ripetersi di episodi di furti di acqua nelle campagne. “E’ un grave danno alle aziende del comparto agricolo – spiega Lazzàro – che, pur pagando la fornitura irrigua, si trovano senza acqua a disposizione per irrigare le proprie colture, in una fase cruciale per le produzioni ortofrutticole”.
A rischio ci sono, in particolare, le coltivazioni di uva da tavola, meloni e angurie. Lazzàro si rivolge al Prefetto di Taranto, sollecitando “la convocazione urgente di un tavolo tecnico, con la finalità di analizzare il fenomeno e tracciare le linee guida per un intervento di controllo e prevenzione sul territorio”. Ai furti d’acqua si affianca, aggravando la situazione, la siccità nel periodo estivo. Gli ultimi dati disegnano un 2017 più arido rispetto al 2016, con una diminuzione della caduta di precipitazioni piovose del 16 per cento. Anche per affrontare questa fase, “occorrono interventi strutturali e mirati, per sostenere le nostre imprese agricole e cercare di sostenere le produzioni e i raccolti”.
La siccità mette a rischio il bilancio delle imprese agricole e si ripercuote su tutto il sistema economico locale. Diminuiscono, infatti, le giornate lavorative offerte dall’agricoltura e cala la possibilità di spesa nel settore. Infine, la mancanza di acqua inaridisce ed impoverisce i terreni. A soffrire è il comparto ortofrutta, ma anche le produzioni di uva da vino e gli uliveti. I terreni subiscono, infatti, un processo di salinizzazione e depauperamento, difficilmente reversibile.
“Occorrono provvedimenti immediati ed incisivi – conclude Lazzàro -; le nostre aziende devono essere messe nelle condizioni di approvigionarsi di acqua in maniera puntuale, per evitare il rischio di una perdita totale dei raccolti e delle stesse superfici coltivabili. In pochi giorni, infatti, questa situazione può cancellare il lavoro e lo sforzo di tanti agricoltori, spalmato negli ultimi mesi – e compromettere, quindi, l’intera annata”.