La legge regionale sulla Partecipazione è una buona legge perché “racconta sforzi di condivisione, di ricerca, di sintesi, di lavoro comune” e perché “cade in un momento storico in cui è evidente che lo sforzo di cittadinanza attiva da parte dei cittadini è proteso a capire lo sforzo delle scelte che la Regione compie ma, al tempo stesso, fa i conti con un momento in cui fortemente si riduce il numero delle persone che va a votare. Come nel caso di Taranto, dove alle recenti elezioni amministrative, nella fase del ballottaggio, alle urne si è recato soltanto il 30% degli aventi diritto al voto”. Quindi questa legge la discutiamo in un momento storico in cui il gap tra lo sforzo di cittadinanza attiva e le istituzioni è, oggettivamente, irraggiungibile per cui l’obiettivo di questa legge rimane quello di capire come si restituisce fiducia alle istituzioni da parte delle persone”.
Così Gianni Liviano, consigliere regionale del gruppo Esp, commenta l’approvazione a maggioranza, da parte del Consiglio regionale, della legge sulla Partecipazione, “una legge – sottolinea Liviano – che mi piace davvero” ma che, secondo il consigliere regionale tarantino, lascia spazio a due dubbi.
Il primo, “che non possiamo sciogliere certo oggi”, è il rinvio che la legge fa “a scelte successive della giunta regionale” e che ci saranno chiare “quando la giunta emanerà i regolamenti”. Il secondo dubbio: va benissimo, fa notare Liviano, “lo sforzo di prossimità nei confronti dell’abitato del paese più piccolo della Puglia, rispetto al quale abbiamo tutti il dovere di confrontarci e ragionarci ma vorrei – conclude Liviano – che questo tentativo di inclusione del signor X del paese più piccolo della nostra regione ci fosse anche nei confronti del Consiglio e dei consiglieri regionali rendendoli ugualmente protagonisti”.