Signore, non stressatevi! Essere lunatiche e ansiose potrebbe danneggiare il cervello. Le donne nevrotiche avrebbero quasi due volte la probabilità di avere l’Alzheimer delle loro coetanee meno nervose.La nevrosi — caratterizzata da sentimenti di ansia, gelosia e malumore — da tempo è stata collegata a un aumentato rischio del morbo di Alzheimer nelle donne, e confermata da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Neurology.”Tutti i comuni disturbi come il morbo di Alzheimer o le malattie cardiovascolari sono multifattoriali e questo è uno dei fattori” secondo il dottor Ingmar Skoog, autore senior dello studio in questione effettuato presso l’Università di Göteborg, in Svezia.Riconoscere e gestire questi tratti di personalità negativa potrebbe ridurre il rischio, ha aggiunto in un intervista effettuata con l’agenzia di stampa Reuters.Attraverso l’esame di 800 donne con un’età media di 46 anni, gli scienziati dell’Università di Göteborg hanno valutato i livelli dei partecipanti di nevrosi, stress, estroversione e introversione.A conclusione dello studio, il 19% delle donne aveva sviluppato demenza. I ricercatori sono andati a ritroso dei dati ed appurato che le donne che avevano alti livelli di nevrosi avevano due volte in più la probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer rispetto a quelle con livelli inferiori. Le donne che hanno sperimentato lunghi periodi di stress hanno riportato anche un aumento del rischio.Le donne che avevano evidenziato alti livelli sia di nevrosi e di introversione erano a più alto rischio dell’Alzheimer.Non esistono, ad oggi molte ricerche sui tratti di personalità associati con la malattia degenerativa. La maggior parte delle ricerche avevano rilevato connessioni di tipo genetico, con traumi cranici, problemi di salute e l’istruzione, secondo la ricercatrice Lena Johannsson.Le donne dai 65 anni in su hanno una probabilità di 1 su 6 di sviluppare Alzheimer, rispetto a una probabilità di 1 in 11 per gli uomini, secondo l’Alzheimer Association. Circa 5 milioni di americani vivono con il morbo di Alzheimer, la forma più comune di demenza, secondo il Centers for Disease Control and Prevention mentre in Italia, ricorda Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, secondo statistiche non ufficiali sarebbero ben un milione gli ammalati, con un incidenza anche più alta rispetto alla popolazione residente statunitense.
Giovanni D’Agata