di: Elena Ricci
Una storia un po’ insolita su questo blog. D’altronde è un blog emozionale, e mi prendo lo spazio che le emozioni meritano, e voglio raccontarle. Oggi scelgo di raccontare le emozioni che provo quando parlo con mamma Lucia. Non è mia madre, ma è una madre. Una madre speciale, e nonostante la vita l’abbia messa di fronte al più innaturale dei dolori, lei resterà una mamma per sempre. Mamma Lucia, il giorno di Natale, nel 2011, ha perso il suo unico figlio, Gennaro, a causa di un incidente stradale. Lui aveva 30 anni, ed era un militare, un sottocapo di Marina Militare per la precisione. Carnagione e capelli chiari, occhi azzurri. Il volto che dovrebbero avere gli angeli. Ecco perché forse Dio lo ha voluto subito al suo fianco, perché era certo, che con la luce che vi è nei suoi occhi, avrebbe comunque, anche dall’alto, illuminato la vita di Mamma Lucia, e Papà Tonino. Uso le maiuscole per scrivere “Mamma” e “Papà”, proprio per provare a spiegare la grandezza d’animo di queste due persone. Oggi ho deciso di parlarvi di lei, perché spesso nei miei articoli, e qui sul blog, ho raccontato ciò che la forza di questa donna è stata capace di fare. Ricorderete di certo il bellissimo concerto per la vita, tenutosi in Piazza Maria Immacolata lo scorso 19 settembre, proprio nel giorno in cui si festeggia San Gennaro.
Ecco, quella sera io ero lì, e cercavo di nascondere le lacrime per timidezza, ogni qual volta lei si commuoveva. Ovviamente, non sono in grado di capire il suo dolore, non sono una madre, però l’ho letto sul suo volto. E questo mi ha fatto capire che spesso il dolore cela una forza incredibile, capace di trasformare mondi, universi paralleli, e modi di vedere. Non nascondo che incontrare questa donna mi ha cambiato la vita in un certo senso, ho capito qualcosa in più, come tra l’altro avviene nelle varie fasi della vita. Ho arricchito la mia persona, e ho capito che anche il male genera bene. E il bene qui è da intendersi per gli altri, e non per se stessi. Perché nell’opera di Mamma Lucia, i protagonisti sono gli altri. Non esiste sfrenato narcisismo, non esiste voglia di primeggiare. Esiste fare bene per gli altri. Affinché gli altri comprendano il significato della vita, in memoria di suo figlio, cosicché Lei possa essere cullata dal suo ricordo. Perché Mamma Lucia vive di ricordi. Le restano quelli, oltre il grande amore che ha dentro. E conoscendola, ho capito, che non c’è ricchezza più grande dell’amore e dei ricordi. Fare una promessa a Mamma Lucia non è facile. E questa non è una critica, intendiamoci. Tutto ciò che ha a che fare con il suo amato figlio, per lei è prezioso. Vive di ogni cosa che Le riporti la mente a lui: un quadro, un oggetto, un libro. E tutti, durante il Concerto per la vita, l’hanno omaggiata con un abbraccio simbolico o un oggetto, che Lei, sicuramente custodirà gelosamente, per sempre. Perché ogni cosa Le parla di lui. Anche la Marina Militare ha abbracciato Mamma Lucia, con la preghiera del Marinaio. E quel fischio (mi perdoni la Marina, ma non so come si chiama), mi ha emozionato tantissimo, ed ha emozionato lei. Perché dico questo? La condivisione emozionale è un qualcosa di meraviglioso. Quando proviamo per un attimo a mettere da parte noi stessi e i nostri pensieri, e ad aprire cuore e mente verso quello che gli altri hanno da dire, verso quello che gli altri provano, ci facciamo portatori delle loro emozioni, sentendone l’intensità sulla nostra pelle. Così come quella sera del 19 settembre, quando inaspettatamente sulla testa di tutti noi presenti, quei palloncini si sono librati in cielo. Io ne ho fissati due in particolare, speranzosa che giungessero anche da parte mia, cara Mamma Lucia. Dunque, se anche solo un piccolo gesto, banale, per qualcuno anche stupido, può far stare bene, può far sperare, può ridarci il sorriso, ecco, io sottoscrivo qui un patto adesso: almeno uno al mese nella mia vita, cercherò di compierlo. Può sembrare una stupidaggine per alcuni, ma fidatevi voi che leggerete, bisogna trovarsi lì, e vedere l’effetto che provoca nelle persone che hanno perso il senso della loro vita. Basta davvero poco, purché nelle azioni vi sia amore e onestà. Mamma Lucia ha avuto la forza di fare tutto questo, e la forza l’ha trovata in tutte quelle persone che le sono state accanto senza interessi personali. E sono davvero tante, basti pensare a quanti si sono esibiti durante il concerto, a quanti hanno partecipato, e quanti dietro le quinte, come truccatori, parrucchieri, agenzie di moda, ecc, hanno dedicato tempo e anima alla riuscita del tutto. Questi sono i veri eroi, i tuoi veri angeli in terra Lucia, perché ricorda, come diceva qualcuno, il bene si fa ma non si dice. Certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca. Mamma Lucia, adesso mi rivolgo a te, ma hai visto quanta gente ti vuole bene? Il regalo, le lacrime di gioia, niente, equivale al grande regalo che Tu hai fatto a me. Sono più ricca dentro. Tu non sai che sono davanti un pc, adesso a scriverti queste righe, ma credimi (e penso tu lo abbia capito), io ho scelto di scrivere per poter dire quello che penso, in tutta tranquillità. Purtroppo sono molto ansiosa ed emotiva per formularti questo discorso a voce, mi interromperei alla seconda riga. Concludo, dicendoti un’ultima cosa, forse la più importante, forse non te l’ho detto mai, anche perché per mia natura, fredda e diffidente, lo dico di rado: TI VOGLIO BENE. E potrai contare sempre su di me, sia privatamente che professionalmente parlando. L’Associazione nazionale Vittime della Strada e della Giustizia – Flavio Arconzo, e la sua sede distaccata di Taranto, sezione Gennaro Cafaro, sono nel mio cuore.