In fin dei conti lo sospettavamo. O almeno lo speravamo. Ora la conferma arriva da uno studio basato su dati oggettivi. E cioè: il nostro territorio contribuisce non poco a posizionare la Puglia tra le regioni italiane dal più alto patrimonio culturale.
Lo studio è del portale BonusFinder, uno studio rilanciato nei giorni scorsi da varie testate nazionali e che dimostra ancora una volta come l’Italia sia davvero un museo a cielo aperto, con 62 siti iscritti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.
La classifica redatta si basa, come detto, su dati oggettivi: il numero dei Musei, quello dei Teatri, quelli dei Siti Archeologici e infine quelli delle Università. Tutte cifre ricavate da portali ufficiali dedicati. Ecco perchè si parla di dati oggettivi e non certo di numeri potenziali o astratti.
Naturalmente, a guidare la classifica è il Lazio, seguito dalla Toscana e poi, nell’ordine, dalla Campania, dall’Emilia Romagna e dalla Lombardia. Al sesto posto c’è proprio la nostra Puglia, che può vantare 16 musei, 22 università, 112 teatri, 11 siti archeologici (qui è terza dietro solo al Lazio e alla Campania).
Quel che può renderci orgogliosi ma anche offrire spunti di riflessione, è la motivazione del 6° posto in classifica, così come riportato: “La Puglia si distingue per la presenza di 16 musei, 22 università, 112 teatri e 11 siti archeologici. Con i suoi suggestivi centri storici e la forte tradizione teatrale, la regione è un punto d’incontro tra arte, storia e spettacolo, con località come Lecce, famosa per il suo barocco, e Taranto, ricca di siti archeologici”.
Ecco, “Taranto ricca di siti archeoligici”. Basterebbe solo questo per far capire ai più quanto importante sia la ultramillenaria Storia della nostra città. E, dunque, quanto potenziale ci sia in un progetto socio-economico che finalmente recuperi e valorizzi, appunto, la nostra Storia.
Certo, negli ultimi anni parecchio si è lavorato, soprattutto grazie alle tante iniziative delle associazioni che operano sul territorio. Ma tanto si potrebbe ancora fare se a queste iniziative s’affiancassero scelte politiche mirate e lungimiranti, non certo ad effetto e soprattutto poco collaborative con i presidi culturali esistenti.
Non è il caso di dilungarsi più di tanto. Perchè una città e un territorio che siano attrattivi necessitano di tanti interventi, anche di natura logistica e di decoro urbano (giusto per fare un esempio). E sull’argomento si è scritto e parlato tanto negli ultimi anni.
Un segnale, per esempio, è giunto proprio dal Commissario prefettizio di Taranto, la dott.ssa Giuliana Perrotta che, sulla Città vecchia, vuole incontrare gli operatori socio-culturali che lavorano in quello scrigno straordinario non ancora del tutto valorizzato. Una mossa che pare un messaggio ai tanti amministratori che negli ultimi anni il territorio non lo ascoltavano nemmeno, anzi.
In questi giorni, Taranto sarà assalita – è proprio il caso di dirlo – da quanti seguiranno i Riti della Settimana Santa e dalla presenza della splendida ‘Amerigo Vespucci’, la nave scuola della Marina Militare. E in provincia non mancheranno iniziativa collegate alla Passione di Cristo. Una occasione, perciò, da non perdere per una narrazione diversa della nostra terra.
Morale. Ai prossimi amministratori della città di Taranto (ma anche a coloro i quali reggono gli Enti civici in provincia) l’invito, mai inutile, di dare ascolto a quanti operano sul territorio. E soprattutto collaborare. Perchè il dialogo non è mai banale.