Non stupisce, ma indigna. Francesco Cosa e Mimmo Festinante hanno ufficialmente calato la maschera, confermando quello che in molti avevamo già intuito: l’assenza totale di valori, coerenza e credibilità.
Solo poche settimane fa, il nome di Francesco Cosa veniva proposto da Svolta Liberale come candidato sindaco del centrodestra. Oggi, lo ritroviamo accodato docilmente alla coalizione di centrosinistra, al seguito di Piero Bitetti. Un salto della barricata che non ha nulla di politico e tutto di personale: il gesto scomposto di chi, non avendo ottenuto ciò che pretendeva, si è svenduto al miglior offerente.
Cosa ha semplicemente dimostrato di non credere a nulla se non alla propria ambizione. Chi si comporta così non è un politico, ma un opportunista. E la sua adesione al centrosinistra è il perfetto epilogo di un percorso fatto di pretese, capricci e calcoli personali. Nessun progetto, nessuna visione, nessuna fedeltà a una comunità o a un’idea. Solo il disperato bisogno di restare aggrappato a qualche riflettore.
Di fronte a queste miserie, la scelta del centrodestra su Luca Lazzaro assume un valore ancora più forte e limpido: una scelta di rottura con il passato, con le logiche clientelari e spartitorie che hanno affossato Taranto per anni, con quella politica tossica fatta di accordi sottobanco, cambiali elettorali e interessi personali.
Lazzaro rappresenta una reale opportunità per Taranto. È una figura credibile, autonoma, che non ha bisogno di inginocchiarsi a nessun sistema. È l’alternativa vera a chi oggi si traveste da riformista dopo anni di connivenze col potere, a chi cambia casacca come si cambia giacca pur di ritagliarsi un posto a tavola.
Taranto ha bisogno di uomini e donne che abbiamo idee e progetti per la città e che li perseguano. Fino in fondo.
Chi pensa ancora di potersi rigenerare, da un lato all’altro dello schieramento, troverà una città diversa. Più consapevole. Più libera.