Ha poco più di cinquant’anni, convive con una retinopatia diabetica e, come conseguenza delle iniezioni intravitreali a cui si sottopone da circa due anni, ora deve affrontare anche una cataratta. È la storia di Enzo (nome di fantasia), un lavoratore autonomo di Taranto e padre di famiglia, che ha visto peggiorare progressivamente la sua capacità visiva fino al punto di non riuscire più a svolgere il proprio lavoro. La storia è riportata oggi dal quotidiano TarantoToday.
Affetto da diabete da oltre un decennio, tre anni fa si era rivolto a un oculista pensando che il problema fosse un semplice peggioramento della vista e che bastasse cambiare occhiali. La diagnosi, invece, è stata ben più grave: retinopatia diabetica ed edema maculare avanzati, una condizione che, se non trattata, avrebbe potuto portarlo alla cecità o addirittura all’asportazione del bulbo oculare.
Per contrastare la malattia, Enzo ha iniziato un percorso terapeutico con laserterapia e iniezioni intravitreali, trattamenti indispensabili per preservare la vista e contrastare il peggioramento della patologia. Si è affidato agli specialisti dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, dove ogni quattro mesi si sottopone a iniezioni in entrambi gli occhi, dopo una fase iniziale di trattamenti più ravvicinati.
Grazie alle cure, l’edema maculare si è ridotto, permettendogli di recuperare parzialmente la vista. Tuttavia, il percorso non è privo di difficoltà: “Ogni quattro mesi entro in sala operatoria per queste punture negli occhi. È doloroso e pesante, ma mi dà la speranza di poter continuare a vedere”, racconta Enzo a TarantoToday. “Ora però, a causa della cataratta, l’effetto delle iniezioni è meno percepibile”.
Durante l’ultima seduta, gli è stato consigliato di consultare un oculista di fiducia per valutare la situazione e stabilire se proseguire con il trattamento. Enzo si è sottoposto a una visita privata e gli è stata diagnosticata la cataratta a entrambi gli occhi, rendendo necessaria un’operazione prenotabile tramite il Servizio Sanitario Nazionale. Ma la realtà che ha trovato è sconfortante: le prime disponibilità sono per il 2027. Stessa risposta ricevuta sia online, sia telefonando al CUP e chiedendo in farmacia.
“Chiamo ogni giorno il CUP del Miulli, ma mi dicono che le agende non sono ancora aperte. Ho provato anche con le cliniche private convenzionate, ma i tempi d’attesa superano l’anno a causa dei budget limitati. Se invece fossi disposto a pagare, potrei operarmi subito, ma servono circa 1300 euro per occhio. Come faccio se non riesco nemmeno a lavorare?”, denuncia Enzo.
Oltre al problema dell’intervento, ci sono i costi per gli esami diagnostici necessari a monitorare la malattia. L’OCT, fondamentale per verificare l’efficacia delle iniezioni, è a pagamento ovunque in Puglia e costa circa 100 euro, una spesa frequente e non trascurabile. Poi ci sono le fluorangiografie, da eseguire annualmente. “Adesso tutto è sospeso per colpa della cataratta. Vivo costantemente in una nebbia. A maggio dovrei fare le nuove iniezioni, ma non so come comportarmi perché non vedo bene. La sanità pugliese ci tratta come numeri, senza considerare che dietro ogni paziente c’è una persona che soffre”.
La situazione di Enzo è simile a quella di tanti altri cittadini tarantini, come l’operaio ex Ilva che ha trovato disponibilità per una risonanza nel 2027. Il problema delle liste d’attesa si fa sempre più grave, mentre la sanità pubblica non riesce a garantire risposte tempestive ai pazienti. “Se voglio curarmi subito devo pagare, altrimenti rischio di diventare cieco prima ancora di arrivare all’operazione”, conclude Enzo con amarezza. “Non è normale essere costretti a scegliere tra la propria salute e la disponibilità economica. Mi ricorderò di tutto questo quando andrò a votare, sempre che riesca ancora a vedere la scheda elettorale”.
Una testimonianza che evidenzia le gravi criticità del sistema sanitario locale, tra carenze strutturali, finanziamenti insufficienti e un peso insostenibile che spesso ricade sugli stessi pazienti e sulle loro famiglie.