La Polizia di Stato ha denunciato il titolare di un’autofficina perché ritenuto presunto responsabile dei reati in materia ambientale.
Il personale della Sezione Polizia Stradale di Taranto, con la collaborazione del Nucleo di Vigilanza Ambientale di Taranto, nell’ambito dei controlli periodici finalizzati a contrastare il fenomeno dello smaltimento illegale di rifiuti pericolosi ed al monitoraggio delle attività dedite alla custodia dei veicoli sprovviste delle prescritte autorizzazioni previste per legge, ha individuato un locale adibito ad officina meccanica e centro di revisioni auto nel Comune di Martina Franca.
Nel corso degli accertamenti sono state rilevate numerose violazioni di natura ambientale: all’interno di un deposito erano presenti pezzi di ricambio ed altre attrezzature e numerose batterie auto accatastate direttamente sul pavimento, in commistione con altri materiali/rifiuti stoccati alla rinfusa anziché in appositi contenitori.
In un attiguo deposito attrezzi è stata riscontrata la presenza di componenti meccanici, mastelli in plastica imbrattati di sostanze oleose, pneumatici fuori uso, il tutto stoccato in commistione e depositato sul pavimento alla rinfusa che costituivano una concreta fonte di inquinamento delle matrici ambientali.
Anche la pavimentazione è risultata sporca di acqua frammista a sostanze oleose che confluivano, attraverso un’apertura ricavata nel muro di cinta, in una condotta con scarico finale direttamente sulla pubblica via, il tutto in totale assenza di sistemi di raccolta, convogliamento e trattamento delle acque meteoriche di prima pioggia e di dilavamento delle superfici scolanti.
Pertanto, considerata la pluriennale attività di officina meccanica senza il minimo rispetto delle normative previste dal settore, il titolare dell’attività è stato denunciato perché ritenuto presunto responsabile dei reati in materia ambientale ovvero per aver effettuato uno scarico di acque, assimilabili alle reflue industriali, sul suolo e nel sottosuolo, senza la prescritta autorizzazione e per aver effettuato attività di deposito incontrollato di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione ovvero per averli immessi nelle acque superficiali.
Si ribadisce che per l’indagato vige il principio di innocenza fino a sentenza definitiva