Fa male vedere una società di calcio storica come il Taranto subire di tutto e di più in questa stagione 2024/25 a dir poco maledetta e senza prospettive. Una caduta vertiginosa iniziata paradossalmente un anno prima, alla fine dell’ottimo campionato svolto nel 2023/24. Una serie di sfortunati eventi societari, che niente hanno a che vedere con la serie di romanzi per ragazzi di Daniel Handler, in successione che hanno completamente annientato la squadra in campo, e le speranze dei tifosi sugli spalti. Una brutta pagina per la Lega Pro.
L’inizio della fine
Come accennato nell’introduzione, tutta questa assurda e grottesca vicenda ha avuto la sua genesi alla conclusione dell’importante campionato di Serie C disputato nel 2023/24. Un eccellente secondo posto conquistato, tramutato poi in un quinto posto dal tribunale per la penalizzazione di quattro punti, a causa di mancati pagamenti. E già qui si iniziò a sentire puzza di bruciato. Nei playoff il Taranto si fermerà con il Vicenza al primo turno della fase nazionale, dopo aver eliminato precedentemente Latina e Picerno. Un finale amaro che non cancella lo straordinario campionato, ma che segnerà l’inizio della caduta.
Dopo la penalizzazione, il 31 luglio arriva una pesantissima bordata con le dimissioni del presidente Massimo Giove, in carica dal 2017, dove annunciava il completo disimpegno per la gestione del club. Le motivazioni di quest’annuncio, secondo l’imprenditore, erano dovute all’impossibilità di utilizzare lo stadio di casa Erasmo Iacovone per la stagione 2024/25, per via delle ristrutturazioni in vista dei Giochi del Mediterraneo del 2027 in programma a Taranto.
Il giorno dopo i tre calciatori Edoardo Pierozzi, Matteo Soncin e Andrea Schenetti lasciano il ritiro estivo di Viggiano chiedendo la risoluzione del contratto. Una scelta dovuta a nuove inadempienze nei pagamenti delle mensilità di giugno, che diedero seguito a quelle che portarono alla penalizzazione di quattro punti nel campionato precedente. E come se non bastasse anche l’allenatore Ezio Capuano, insieme ad altri membri della rosa, abbandonò la nave non presentandosi a più di un allenamento giustificandosi con certificati medici, questo fece scattare l’esonero il 14 agosto. In sostituzione, tre giorni dopo, venne nominato Carmine Gautieri.
Nel frattempo, entrava in società con il ruolo di traghettatore verso una nuova proprietà, Fabrizio Lucchesi, dirigente di grande esperienza con tante squadre nel suo curriculum, tra cui la Roma dello scudetto del 2000/01. Nel caos societario si cercava un’acquirente per risolvere e tranquillizzare la squadra e la piazza, ma diverse trattative con imprenditori italiani fallirono.
Una speranza sembrava averla data Mark Campbell, un presunto rappresentante inglese del fondo d’investimento statunitense Apex Capital Global LLC, che nonostante i fondati sospetti, sul fondo e la consistenza patrimoniale di esso, rimaneva comunque l’unica soluzione. Tra vuoti proclami ai tifosi “Voglio portare la squadra in serie A” e dubbi sempre più emergenti, si pagarono comunque, in ritardo, le mensilità di luglio e agosto, e l’11 novembre Mark Campbell venne nominato procuratore speciale del Taranto con potere di firma. Il 14 novembre venne siglato ufficialmente il contratto preliminare in vista di un closing che non avverrà mai, poiché non fu approvata dalla Lega Pro la fideiussione bancaria presentata da Apex, dando conferma ai dubbi inziali sul gruppo. Questo fu l’ultimo atto della squallida telenovela con gli investitori a stelle e strisce che di lì a poco si sarebbero ritirati misteriosamente dalla trattativa.
Parallelamente in campo e nei bookmakers, vedendo anche le quote di scommesse sportive dei siti come Betway, la squadra precipitava riflettendo la delicata situazione societaria con una penalizzazione di 4 punti, poi di 6 e infine di 9 per i mancati pagamenti delle mensilità di giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre, portando ad un totale di 19 punti di penalizzazione in classifica. Con quattro allenatori cambiati; Guatieri, Cazzarò, Bisignano e Murgia, e il settore giovanile impiegato al posto di quello che rimaneva della prima squadra, nelle partite di campionato, il club finì di sprofondare tra le contestazioni dei tifosi e i giusti attacchi delle altre squadre.
Come quello del presidente del Trapani Valerio Antonini, che in una nota ha attaccato la società pugliese di aver oramai falsato irrimediabilmente il campionato con questa scellerata gestione “Il Taranto Calcio sta falsando il campionato. Il suo “ex” Presidente dovrebbe essere citato in giudizio da tutti noi Presidenti del girone C per i danni creati rovinando un campionato intero, avendo cominciato la stagione consapevole che non sarebbe arrivato a Natale”
Quale futuro?
Questa brutta storia di calcio, se si può chiamare calcio tutto ciò, avrà la parola fine domenica 16 febbraio, quando Massimo Giove dovrà saldare Irpef, contributi e stipendi per evitare l’esclusione dal campionato di Serie C, ecco i possibili scenari.
Se il club non dovesse pagare gli emolumenti scaduti del 16 dicembre, né quelli del 16 febbraio, non verrebbe solamente escluso dal campionato, ma perderebbe il titolo sportivo e ripartirebbe dalla serie di Eccellenza.
Se riuscisse a saldare almeno una delle due scadenze, permetterebbe al club di mantenere il titolo sportivo e concludere la stagione, per poi ripartire dalla Serie D con una penalizzazione di 12 punti, al contrario se riuscisse ad onorare gli impegni economici entro le scadenze previste, potrebbe continuare l’attuale campionato senza penalizzazioni future.
Se il Taranto riuscisse a portare a termine il campionato di Serie C, ma non dovesse iscriversi alla Serie D nella successiva stagione, la società ripartirebbe con una nuova gestione dalla promozione.
Un’ultima ipotesi potrebbe essere che, il club venga estromesso dalla competizione anche dopo aver mantenuto gli impegni economici, per via del falsamento del campionato con sconfitte ripetute e anomale, come successo nelle gare con Team Altamura (5-1), Casertana (0-6) e Sorrento (6-0) dove sono stati impiegati i calciatori del settore giovanile e non la prima squadra.
Il Taranto si appresta ad affrontare il bivio più importante della sua storia, il 16 febbraio sul calendario è cerchiato in rosso, mentre tutta questa vicenda ha contorni oscuri e squallidi, che Taranto e i suoi tifosi non meritano assolutamente.