Non sono emerse grandissime novità dall’incontro del 13 febbraio tenutosi a Roma tra le organizzazioni sindacali di Fim, Fiom e Uilm e il management di Hiab sulla vertenza che riguarda i 99 lavoratori del sito di Statte destinato ad essere dismesso in virtù della decisione di delocalizzare la produzione nello stabilimento di Minerbio, in provincia di Bologna.
«Sostanzialmente – spiega Patrizio Di Pietro, segretario generale Fiom Taranto – è stato presentato un piano industriale relativo al solo stabilimento di Minerbio quindi assolutamente non impattante su Taranto. Un piano industriale – aggiunge il sindacalista della Fiom – peraltro davvero molto approssimativo con il quale l’azienda attraverso la proiezione di una decina di slide non ha sostanzialmente detto quale sia la loro intenzione di investire sul sito emiliano che dovrebbe diventare un polo di eccellenza e nevralgico per l’Italia.
Per il resto l’azienda ha confermato il conferimento ufficiale del mandato all’advisor Vertus, i cui rappresentanti oggi, sottolinea ancora Di Pietro, «non erano presenti all’incontro ma lo saranno nel prossimo che sarà calendarizzato a breve, e che ci sarebbe l’interesse all’acquisizione manifestato da almeno due soggetti, ce ne sarebbe anche un terzo che però non ha ufficializzato la sua manifestazione d’interesse, sui quali al momento c’è stretto riserbo su quella che è la loro attività imprenditoriale e se la stessa è strettamente legata alla produzione attuale o meno. Come Fiom abbiamo sostenuto come nostro interesse primario, la reindustrializzazione del sito di Statte prima di procedere alla tutela dei lavoratori che dovessero rimanere scoperti nel momento in cui il nuovo soggetto dovesse chiedere l’utilizzo solo di una parte dei 99 lavoratori ad oggi occupati. Nei prossimi giorni – conclude Di Pietro – sarà calendarizzato un nuovo appuntamento nel corso del quale con l’azienda riprenderemo la discussione in modo da poter poi arrivare in sede ministeriale pronti a sottoscrivere l’accordo. Oggi stesso l’azienda provvederà ad inoltrare la procedura ufficiale della 234 per cui decorreranno i canonici 60 giorni per procedere poi alla formalizzazione dell’eventuale accordo».