Taranto e un ambiente devastato. Nei decenni, certo. Taranto e un ambiente da bonificare: quando? Ecco: questo è il punto. L’industria ha così sventrato la nostra terra, ha succhiato così tante risorse e vite umane, che oggi – a distanza ormai di 12 anni dall’intervento della magistratura nel caso dell’ex Ilva – ci si chiede quando finalmente qualcosa cambierà. Quel qualcosa che si chiamano bonifiche di un territorio. Bonifiche tante volte progettate, pensate, studiate, finanziate e rifinanziate che accettare ancora oggi inesistenti o soltanto parzialissimi interventi lascia smarriti, prim’ancora che stupefatti.
“Ecogiustizia subito. In nome del popolo inquinato” è una campagna nazionale promossa da diverse associazioni – non solo territoriali – che sollecitano bonifiche, e poi monitorare e promuovere la partecipazione attiva dei cittadini. Insomma, un slogan assolutamente condivisibile in un Paese che evidentemente fa fatica – o si volta colpevolmente dall’altra parte – a comprendere come la difesa del territorio sia assolutamente necessaria, alla luce dei cambiamenti climatici. Oltre, naturalmente e fors’anche principalmente, a dare risposte in quelle aree, proprio come la nostra, sacrificate per troppo tempo sull’altare del profitto.
Tante volte, ormai, le denunce sui ritardi accumulati dallo Stato italiano nell’affrontare le emergenze ambientali, specialmente nella nostra città, spesso vanno a vuoto. Nonostante sentenze, anche a livello europeo, nonostante soprattutto a un senso di responsabilità che pare non esista, e a tutti i livelli.
Perchè quando si parla di bonifiche delle aree inquinate, non c’è mai da dimenticarsi che taluni decisori politici guardano pure ad altro: pensiamo a discariche da riaprire (l’ex Vergine ne è un esempio), pensiamo al dissalatore sul fiume Tara (contro praticamente tutti i pareri scientifici), pensiamo alla nave gassiera da piazzare in porto, pensiamo insomma a quanti appetiti famelici Taranto debba ancora contrastare. Nel frattempo non riesce neppure a intravedere uno straccio di bonifica, ed è costretta persino ad ascoltare annunci e promesse.
L’iniziativa delle associazioni – tra cui Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica, Legambiente e Libera, per citarne alcune – non può che riproporre l’attenzione sul tema bonifiche in una città che soffre da troppo tempo. Nella speranza che non resti uno slogan – non certo per colpa delle associazioni che lo promuovono – e faccia finalmente breccia nella politica. Altrimenti il futuro già fin troppo compromesso di questa terra, sarà soltanto un sogno. E alle generazioni che verranno, consegneremo colpevolmente il nulla.
E allora, sì: giustizia, in nome di una terra sacrificata.