È stata l’intuizione e il lavoro di squadra degli agenti della polizia giudiziaria dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, diretto dal vice questore aggiunto Giovanni Di Maggio a dare la svolta a una indagine che sembrava impossibile.
Oramai sembravano non esserci più speranze, considerato il tempo trascorso dall’incidente dello scorso 26 novembre, avvenuto sulla Strada Statale 7 in direzione Massafra, in cui un ciclista rumeno di 50 anni è stato investito e ucciso da un mezzo pirata. Una delle tante stragi della strada che rischiava però di restare senza un responsabile, perché il 52enne alla guida del Ducato bianco che ha investito la vittima, è fuggito via senza prestare soccorso, probabilmente per paura. Quella sera la Statale è stata per ore bloccata al traffico con ambulanze, polizia di Stato e polizia locale. Sulla vicenda è stato immediatamente aperto un fascicolo e il titolare, il pubblico ministero Francesco Sansobrino, ha delegato le indagini alla polizia di Stato e i rilievi alla polizia locale.
I poliziotti trovano subito sul luogo dell’incidente parte di uno specchietto, riuscendo da questo a risalire al modello del mezzo: un furgone Ducato. È da qui che parte la caccia al pirata. Il dirigente Di Maggio, insieme ai suoi stretti collaboratori della polizia giudiziaria, avvia la raccolta di ogni elemento utile ad individuare il conducente del mezzo. Nessun dettaglio è lasciato al caso. È stata una vera e propria corsa contro il tempo per acquisire ogni informazione ed elemento di prova che con il tempo poteva andare persa.
Un’attività davvero frenetica, senza sosta. I poliziotti hanno scandagliato fotogramma dopo fotogramma, ore e ore di immagini di telecamere. Un lavoro enorme che però non basta a raccogliere elementi utili che forniscano un nome e un volto al pirata.
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