La rassegna sportiva internazionale del 2026 vedrà la nostra città (ma non solo) al centro dell’attenzione: sapremo essere pronti oppure i ritardi accumulati peseranno sulla buona riuscita?
Nei giorni scorsi, come forse un po’ tutti sanno, si è tornati prepontemente a parlare dei Giochi del Mediterraneo, previsti a Taranto (ma anche in altri comuni della provincia e della regione) nel 2026. L’occasione è stato il via alla cantierizzazione del nuovo stadio ‘Iacovone’ e di quello del nuoto, mentre sono in fase di avvio anche quelli di altre strutture (il Palaricciardi) e a breve se ne saprà di più e meglio su centro nautico, ex centro sportivo Magna Grecia e qualche altro impianto.
Bene così, perchè la prospettiva è una città in grado di proporre strutture all’avanguardia, moderne, efficienti e soprattutto pronte ad accogliere le migliaia di atleti e atlete provenienti dal bacino del Mediterraneo che daranno vita alla kermesse.
La sfida lanciata a suo tempo dall’Amministrazione comunale (parliamo già del 2019…) è stata irta di ostacoli: senza entrare nei dettagli, chiaro che le colpe di ritardi assurdi vanno distribuite sugli attori protagonisti (dal Comune al Governo alla Regione, tanto per intenderci). E questi ritardi, ovviamente, pesano non poco: riuscirà la struttura commissariale nominata dall’attuale Governo a tagliare il traguardo, e cioè consegnare impianti e organizzazione in tempo utile? E’ ciò che tutti auspicano, anche perchè altrimenti la figuraccia sarebbe a livello internazionale.
Comunque, il lavoro prosegue e, si spera, con conclusioni positive. Perchè i Giochi sono senza dubbio una grande occasione per il rilancio della città e del suo territorio, una sfida che va vinta: non fosse così, l’immagine negativa ricadrebbe non solo su chi ha gestito la kermesse in tutte le sue fasi ma anche e soprattutto sulla città intera.
Certo, ci sono alcuni aspetti che vanno considerati. Anzi, che sono presenti sin dall’inizio della sfida stessa. Intanto, che i Giochi si svolgeranno in un anno in cui sono previste altre competizioni di grandissimo livello, seppur in date differenti: le Olimpiadi invernali a Cortina e Milano, i Mondiali di calcio (Canada, Messico e Stati Uniti), i Mondiali e gli Europei di atletica leggera, gli Europei maschili di volley (Italia, Finlandia, Bulgaria e Romania). Insomma, i Giochi del Mediterraneo potrebbero rischiare, diciamo così, l’oscuramento o una visibilità minore, nonostante tutto. Ma tant’è, restano sempre un appuntamento di grande levatura, senza dubbio alcuno.
Le preoccupazioni? Essere pronti. In termini di accoglienza, di organizzazione, di miglioramento della qualità della vita e quindi dei servizi. E’ pronta Taranto? Potrà esserlo tra meno di due anni?
Certo, quel che accade non può lasciarci indifferenti: le continue beghe politico-amministrative sono deleterie e quindi la mancanza di serenità non aiuta a costruire un contesto futuro in grado di proporsi al meglio per l’appuntamento. Perchè se è vero che gli impianti sportivi potrebbero diventare i gioielli da mostrare, è altrettanto vero che il contorno di una città poco vivibile e degradata e instabile marchierebbe l’anno dei Giochi da occasione a illusione.