Ma davvero il nuovo presidente pro tempore del Consiglio comunale di Taranto, Luigi Abbate, aiuterà il suo mentore Rinaldo Melucci a risolvere i problemi della città, visto l’accanimento con il quale il sindaco pro tempore, assieme alla sua corte, ne ha voluto l’elezione esautorando Piero Bitetti?
Per favore, smettiamola di raccontare chiacchiere. Perchè ciò che è successo nell’ultimo Consiglio comunale di Taranto è la rappresentazione plastica di un semplice – per quanto complicato – scambio di favori, in gestazione da febbraio scorso allorquando proprio il ‘fustigatore’ Abbate mancò improvvisamente all’appello dei consiglieri firmatari la destituzione di Melucci. Il ‘fustigatore’ Abbate – chissà come fulminato sulla via di Damasco – salvò la poltrona del sindaco. Con la conseguenza che è storia recentissima.
Nel frattempo i problemi della città restano tutti in piedi, e nel corso di questi anni – per certi versi – si sono aggravati. Certo, una amministrazione comunale può fare ben poco, per esempio, per fronteggiare la disoccupazione crescente, ma può far molto in prospettive che agevolino in qualche modo il miglioramento sociale, economico e culturale: pensate che Melucci&Co. abbiano risposto in questi anni a tali problematiche?
C’è una narrazione sul futuro della città che stride con la realtà. Quando si parla di temi quali l’ex Ilva, il porto, persino l’Arsenale militare, l’aeroporto, e su tutti la sanità, tutti poli socio-economici in gravissima crisi, c’è da chiedersi quali passi siano stati effettivamente compiuti quantomeno per attutirne i riflessi sui cittadini. Oddio, è comprensibile che sono temi enormi, sui quali l’amministrazione comunale ha da fare i conti con le istituzioni di vario livello. Però, di grazia: può una amministrazione puntare tutto sulle BRT, il nuovo (e tuttora fantomatico) PUG, il turismo ‘mordi e fuggi’ delle crociere, i Giochi del Mediterraneo e… il SailGP?
Ora, quanto sopra è riduttivo, va ammesso. Soprattutto perchè non va dimenticato l’atteggiamento in questi anni di codesta amministrazione nei confronti, per esempio, di una sanità ridotta all’osso: affidarsi al nuovo ospedale ‘San Cataldo’ (chissà quando sarà davvero consegnato…) quando la crisi è a dir poco devastante (avete dimenticato il grido di dolore a più riprese dei sanitari per le tantissime carenze?), senza neppure contrastare i tagli voluti dall’ex alleato Emiliano, lascia davvero perplessi. E che dire dei ritardi accumulati per i Giochi del Mediterraneo? O del degrado urbano, delle scelte assai discutibili nel recupero di alcune aree storiche cittadine, così come il depauperamento socio-economico del Borgo, i contrasti con le associazioni, il poco (in certi casi, nessuno) ascolto del territorio, i milioni di euro spesi per eventi che non hanno tradizione, del quasi inesistente controllo del territorio?
Fermiamoci qua, non ci sarebbe spazio per evidenziare le tante tantissime carenze di una città il cui futuro resta incerto. Centinaia di milioni di euro arriveranno dagli stanziamenti europei e italiani (non usiamo linguaggio tecnico, non è il caso), ma nel frattempo il cittadino guarda attonito, e spesso rassegnato, per quel che accade nelle stanze del potere. La fiducia nelle istituzioni, a vari livelli, si conquista con i fatti e non certo con i rendering. Una amministrazione locale deve ascoltare il territorio, capirne i problemi e anche i suggerimenti: dev’essere vicina al cittadino, non certo offrire spettacoli d’indecente pseudo-politica.
E chi guida Taranto, non dimentichi mai che rappresenta comunque una provincia, ne è il faro, il collante: insomma, se non si capisce questo, allora non si può far politica vera, seria, importante.
Morale. Qui Caligola è resuscitato, e come leggenda vuole (o storia: fate voi), ha nominato senatore il suo cavallo Incitatus. Tanto, Caligola è l’imperatore no? E i senatori servono a poco o niente…