Alla scoperta del più diffuso tra i mezzi di comunicazione di massa
Chissà come sarebbe il mondo oggi senza l’ingegno di Philo Farnsworth, inventore statunitense che nel 1927 creò il primo prototipo di televisione. Molto probabilmente di un bianco e nero triste, spento, tanto diverso da quel bianco e nero acceso e ricco di vitalità che popolava gli schermi d’oltreoceano di quasi cento anni fa. Per fortuna ci ha pensato questo signore perlopiù sconosciuto a cambiare le nostre vite! Certo, in Italia abbiamo dovuto attendere il 1954 prima che tutti avessero accesso a quello che è diventato il più diffuso tra i mezzi di comunicazione di massa. Nel frattempo, negli Stati Uniti d’America nel 1933 avevano già trasmesso il primo film, The Crooked Circle di H. Bruce, che fu visto a Los Angeles soltanto da 12 persone – possedere una TV inizialmente era un lusso. In Italia il primo titolo trasmesso dalla RAI è stato “Le miserie del signor Travet”, diretto da Mario Soldati. Era il 3 gennaio 1954, una data storica tanto quanto il 1956, quando la RAI 1 trasmise “Le avventure di Rin Tin Tin”, la prima serie televisiva a sbarcare nel Belpaese. Fu subito un successo, tanto che fu replicato in diverse occasioni, fino al 2008, all’interno del palinsesto pomeridiano di Rete 4.
Una delle più importanti innovazioni
La televisione in quasi cento anni d’età ha vissuto sulla propria pelle più cambiamenti, non soltanto quelli relativi alla qualità dell’immagine o al miglioramento dell’audio. Ce ne sono stati altri, piuttosto recenti, che hanno rivoluzionato il modo in cui noi utenti fruiamo oggi di quello che è considerato un medium storico. Stiamo parlando dell’integrazione con Internet, che da un lato ci permette di godere di contenuti esclusivi visibili quando più ne abbiamo voglia, e dall’altro lato ci dà la possibilità di costruire un nostro palinsesto personalizzato. Un qualcosa di innovativo che comunque non va a intaccare una delle caratteristiche principali della televisione: quella di poter guardare i migliori film e gli episodi delle serie TV più gettonate – tra cui i mitici Simpson – in onda in prime time. Essendo la fascia oraria più seguita, è normale che le emittenti si diano “battaglia” per intercettare il maggior numero di telespettatori proponendo produzioni accurate.
Il ruolo attivo dei telespettatori
I telespettatori oggi dispongono di un potere che non avevano in passato: quello di decretare il successo o l’insuccesso di un film o di una serie TV. Oltre a decidere di non seguirli, possono, tramite i social media – strumento il cui uso sbagliato si presta facilmente a sketch comici – arrivare a stroncarne la messa in onda. Ecco perché le principali emittenti televisive – in Italia, RAI e Mediaset – sono molte attente a ciò che propongono, evitando i contenuti di nicchia e quelli che possono in qualche modo urtare la sensibilità dei telespettatori. Anche quando si tratta dell’offerta streaming, che non è soltanto la riproposizione in differita dei programmi più seguiti ma comprende anche l’aggiunta di nuovi contenuti, l’attenzione non viene mai meno.
Gli investimenti pubblicitari
Sebbene le TV di oggi si stiano trasformando in moderne internet TV, la pubblicità continua a essere la principale fonte di entrata delle televisioni. Pubblicità che, il più delle volte, risulta essere ripetitiva e poco attraente, per chi decide di rilassarsi davanti a uno schermo. Per questo motivo, le emittenti stanno correndo ai ripari proponendo spot, della durata di massimo un minuto, paragonabili a film. Così facendo cercano di puntare tutto sulla qualità, provando a interessare i telespettatori. Per fare un esempio, indimenticabile è lo spot natalizio di Coca Cola del Natale del 2020, che narra il viaggio di un papà la cui missione è quella di portare a Babbo Natale la letterina della figlia.
La digitalizzazione non è ancora per tutti
Se la televisione è presente in tutte le case – di solito ce n’è anche più di una – non tutti sanno utilizzarla nella sua versione digitale. Detto più semplicemente, molte persone si limitano a fare zapping e non sanno come accedere all’universo Internet presente sullo schermo. Questo fenomeno in Italia è ben visibile, con un gap generazionale importante che non permette a questo medium di essere apprezzato nella sua nuova versione.