«A che punto sono i lavori di manutenzione straordinaria alla galleria della diga di San Giuliano? Per il prossimo inverno sono state programmate mirate attività di pulizia e riparazione del canale adduttore lungo trentacinque chilometri?».
A chiederlo, ponendo gli interrogativi al nuovo consorzio unico di bonifica “Centro Sud Puglia”, è l’Area Due Mari Taranto-Brindisi della CIA, da sempre sentinella del territorio, in particolare del vasto agro in cui ricadono i comuni occidentali di Ginosa, Laterza, Castellaneta, Palagianello e Palagiano.
La stagione irrigua è ai titoli di coda e tra mille difficoltà gli agricoltori del Tarantino, martoriati da una crisi idrica senza precedenti, stanno portando a termine i loro lavori. Limitati i danni, comunque ingenti per colture e reddito alle famiglie, si proverà subito a guardare al futuro con l’obiettivo di non arrivare impreparati alla prossima stagione.
Per la CIA non ci sarebbero alternative valide a una programmazione seria e oculata che passa dalla pulizia e riparazioni all’interno del canale adduttore (in attesa dell’intubamento), al completamento di ogni tipo di lavoro lasciato in sospeso.
«Bisogna attivarsi sin da subito senza perdere nemmeno un secondo – ha chiarito il direttore CIA Due Mari Vito Rubino – Si faccia tesoro degli errori commessi nel recente passato, si studino i dati sui metri cubi d’acqua presenti e su quelli mancanti, si porti avanti una campagna informativa costante e rispettosa di tutti gli agricoltori del Tarantino che hanno il diritto di conoscere, prima di mettere a dimora le piante e avviare investimenti sulle colture, la quantità d’acqua a disposizione e quella presente negli invasi».
Per la CIA, insomma, nulla andrebbe lasciato al caso, anzi: «L’ultima stagione irrigua è stata caratterizzata da un livello d’acqua tra i più bassi degli ultimi 20 anni. Non possiamo più limitarci a sperare che piova sulle dighe: bisogna agire preventivamente studiando soluzioni alternative che donino serenità ai nostri agricoltori. Senza attendere i “furbastri” della Basilicata, che negano l’acqua alla Puglia e impiegano nel proprio territorio volumi idrici paragonabili a quelli utilizzati nelle risaie, occorre attivarsi sin da subito. Occorre manutenere i mezzi e le strutture, rendere fruibili tutte le possibili fonti idriche presenti nel versante occidentale della provincia di Taranto: dal fiume Tara al fiume Bradano, passando dai pozzi esistenti e non ancora messi in esercizio su tutto il territorio (per prevenire eventuali nuove emergenze). Inoltre, occorre attivarsi per l’utilizzo delle acque reflue nei vari comuni, inserendole laddove possibile, nelle reti consortili esistenti».
«La dirigenza dell’attuale struttura tecnica dell’ex consorzio di bonifica “Stornara e Tara” abbandoni il suo storico immobilismo prima che sia troppo tardi e che gli agricoltori, esasperati, si mobilitino autonomamente. Lavoriamo subito per la prossima stagione irrigua 2025 – ha concluso Rubino – per salvare le nostre colture di pregio, il reddito degli agricoltori pugliesi e i tanti posti di lavoro».