Negli ultimi giorni è tornato alla ribalta il caso del Tartatugaio di Taranto, una struttura la cui costruzione è avvenuta in assenza dell’autorizzazione paesaggistica necessaria e che da tanti anni giace abbandonata sotto la “Ringhiera”.
Tuttavia, è interessante notare che una costruzione analoga è stata autorizzata nell’isola amministrativa, dove per la stessa Soprintendenza non c’erano motivi ostativi a far sorgere il secondo polo dell’originario progetto “Isola dei delfini”, in località Torre Zozzoli, meglio nota come Torre Sgarrata.
Considerato l’ingente quantitativo di denaro pubblico già investito nella costruzione del Tartatugaio, riteniamo che sia opportuno completare l’opera trasformandola in un museo del mare. Questo museo potrebbe ospitare sezioni dedicate alla pesca e alla mitilicoltura, offrendo così un’opportunità unica per ricucire lo strappo tra la città di Taranto e i lavoratori del mare.
È importante sottolineare che, dopo un abbandono prolungato dovuto alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto i dirigenti che avevano eseguito l’opera, la struttura è recentemente tornata nella disponibilità del comune di Taranto, aprendo nuove prospettive per il suo utilizzo.
La realizzazione di un museo del mare presso il Tartatugaio non solo permetterebbe di valorizzare il patrimonio culturale e marittimo della città, ma rappresenterebbe anche un atto di giustizia nei confronti dei fondi pubblici già impiegati. In questo modo, si darebbe vita a uno spazio educativo e informativo, capace di attrarre turisti e studiosi, e al contempo di rafforzare il legame con le tradizioni marinare locali.
In conclusione, trasformare il Tartatugaio in un museo del mare sarebbe una soluzione efficace che consentirebbe di salvaguardare il denaro pubblico investito, promuovere la cultura del mare e sostenere i lavoratori del settore marittimo. Sfruttiamo questa occasione per valorizzare le nostre radici e guardare con fiducia al futuro della nostra città.