Ogni anno, il 1° Maggio, celebriamo la Festa del Lavoro, un’occasione per commemorare le lotte e i traguardi ottenuti dai lavoratori nel corso della storia. Le sue origini risalgono al 1886, quando negli Stati Uniti venne indetto uno sciopero generale per rivendicare la riduzione della giornata lavorativa a otto ore. La protesta culminò nel tragico massacro di Haymarket a Chicago, dove la polizia aprì il fuoco sui manifestanti, causando numerose vittime
Il 20 luglio 1889, la Seconda Internazionale socialista di Parigi stabilì che la data del primo maggio fosse ufficialmente riconosciuta a livello internazionale come il giorno della festa dei lavoratori.
Celebrazione che due anni dopo venne ratificata in Italia, la prima festa del lavoro si celebrò dunque il 1° maggio 1891.
Ogni anno, il 1° maggio, celebriamo la Festa del Lavoro, un’occasione per commemorare le lotte e i traguardi ottenuti dai lavoratori nel corso della storia.
Questa festa ci invita a riflettere sul valore del lavoro in un’epoca di grandi trasformazioni. Se da un lato possiamo celebrare le conquiste ottenute in termini di diritti e tutele, dall’altro non possiamo ignorare le nuove sfide che il mondo del lavoro presenta.
In Italia, ad esempio, c’è ancora tanto lavoro da fare per tutelare a 360° i lavoratori.
Precarietà, disoccupazione, divario salariale, sfruttamento, orari lavorativi massacranti, caporalato: queste sono solo alcune delle problematiche (altamente presenti nella nostra nazione) che richiedono un’analisi attenta e un impegno concreto da parte di tutti, alla luce anche di ciò che la Costituzione afferma.
Seppur celebrata oggi in modi e contesti differenti, questa ricorrenza conserva un legame indissolubile con le sue origini rivoluzionarie e con l’ideale di una società più giusta e libera dallo sfruttamento, un ideale che continua ad animare le lotte dei lavoratori in tutto il mondo.
La nostra Costituzione dedica ampio spazio alla tutela dei diritti dei lavoratori. Infatti, sono diversi gli articoli che trattano il tema del lavoro. Dall’articolo 4, ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società, all’articolo 36, il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro, passando per l’articolo 37, la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore, arrivando all’articolo 39, che tutela il diritto di organizzazione sindacale.
L’articolo 1 della Costituzione Italiana recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro“. Questa affermazione non è solo un’enunciazione di principio, ma un vero e proprio pilastro della nostra Carta Costituzionale.
Il lavoro, in tutte le sue forme, viene riconosciuto come elemento portante della società italiana, fonte di progresso e di benessere individuale e collettivo.