“Le molteplici attività di studio sin qui condotte dalla Regione hanno già evidenziato, in modo inequivoco e senza necessità di rinviare a ulteriori prove, l’esistenza di un nesso causale tra l’esposizione alle emissioni dello stabilimento siderurgico e gli effetti sulla salute della popolazione, in particolare in termini di mortalità per tumore del polmone e malattie cardiovascolari”. Lo afferma in una nota la Direttrice dell’area epidemiologia e care intelligence dell’Aress Puglia, in risposta alle dichiarazioni di un deputato.
“Com’è stato già ampiamente comunicato, l’aggiornamento dello studio epidemiologico su Taranto è in corso e la programmazione delle attività è sostenuta esclusivamente da valutazioni di tipo tecnico, legate al periodo pandemico appena trascorso – afferma -.
Lo studio è inquadrato nell’ambito di un articolato programma nazionale di interventi sui siti contaminati, che vede la Regione Puglia capofila di una cordata a cui partecipano 14 regioni, e che prevede il consolidamento degli strumenti di sorveglianza epidemiologica e ambientale, l’aggiornamento dello studio di coorte finalizzato ad estendere il periodo di osservazione negli anni più recenti, ma anche l’avvio di un nuovo studio prospettico che avrà un focus specifico sulla salute infantile, insieme ad attività di sorveglianza sanitaria e di promozione della salute”.
“L’indirizzo politico impartito dal governo regionale circa l’impegno ad aggiornare costantemente gli studi e le attività di sorveglianza non è mai mutato: infatti, l’attività di monitoraggio sia ambientale che sanitaria da parte delle istituzioni regionali non si è mai arrestata, ed è quella che ha evidenziato l’andamento in crescita dei valori di benzene di cui parla in una nota un deputato, con la segnalazione dei rischi sanitari connessi da parte della ASL di Taranto, impegnata peraltro nel continuo aggiornamento dei dati del registro tumori e di mortalità, che sostengono e guidano la ferma azione della Regione nella tutela della salute dei cittadini tarantini. La ricerca prosegue – conclude – e non si è mai fermata e gli studi in corso contribuiranno alla costruzione di ulteriori conoscenze scientifiche: occorre però ribadire, in particolare in questa fase, che le molteplici attività di studio sin qui condotte dalla Regione hanno già evidenziato, in modo inequivoco e senza necessità di rinviare a ulteriori prove, l’esistenza di un nesso causale tra l’esposizione alle emissioni dello stabilimento siderurgico e gli effetti sulla salute della popolazione, in particolare in termini di mortalità per tumore del polmone e malattie cardiovascolari”.