Una richiesta di chiarimenti ed informazioni è stata inviata dal sindaco di Taranto Rinaldo Meluicci al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica “sulle azioni che sono state intraprese allo scopo di affrontare e risolvere il preoccupante aumento dei livelli di benzene nell’aria”, spiega il primo cittadino. È l’iniziativa, in ordine di tempo, adottata dal Comune di Taranto alla luce di quanto emerso dal Report di Arpa Puglia, relativo al 2023, sul rilevamento delle concentrazioni, soprattutto nel quartiere Tamburi, a ridosso dello stabilimento siderurgico ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, di quella che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato come sostanza cancerogena. Ad aver alzato la soglia di allarme sono i dati che segnano un peggioramento della qualità dell’aria rispetto ai, già preoccupanti, risultati del 2022. Un peggioramento a cui è più che mai necessario porre rimedi immediati.
”La città di Taranto ed i suoi abitanti – ha dichiarato Melucci – continuano ad essere gravati da una pressione ambientale non più sopportabile. I risultati del Report che fa riferimento a controlli operati lo scorso anno e gli esiti dei monitoraggi riguardanti i primi mesi del 2024 non devono rappresentare solo un’inquietante statistica, ma il chiaro segnale di come per l’intero territorio ionico la situazione stia precipitando. Come è noto, un anno ho firmato un’ordinanza con cui si imponeva alla Società Acciaierie d’Italia Spa , nonché all’Ilva Spa in Amministrazione Straordinaria, sia di individuare entro 30 giorni gli impianti interessati dai fenomeni emissivi legati al benzene, sia di trovare una soluzione tale da permettere un’immediata ed efficace inversione del trend relativo alla diffusione nell’aria della pericolosissima sostanza venefica. È altrettanto noto che questo provvedimento è stato impugnato dalle stesse Adi ed Ilva con la conseguenza che tutto è stato aggiornato alla prossima udienza fissata a maggio, quando potrebbero esserci delle prime risposte. A questo pronunciamento – ha continuato Melucci – si andrà ad aggiungere la sentenza della Corte di Giustizia Europea sempre sugli effetti che la produzione industriale provoca sulla salute degli abitanti del capoluogo ionico. In ogni caso, la comunità tarantina non può soltanto continuare ad attendere che il suo destino venga deciso in aule giudiziarie. È necessario che le Autorità competenti agiscano subito alla luce dell’altissimo rischio sanitario che si sta correndo. Ed è per questo motivo – ha affermato – che chiediamo al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica informazioni precise e tempestive su quali iniziative abbia inteso intraprendere per risolvere il fenomeno dei picchi di benzene nell’aria ed eliminare al più presto gli effetti dell’inquinamento causato dalla produzione industriale dello stabilimento siderurgico”.