Sono partite le attività dei “selecontrollori” in provincia di Taranto per conto dell’ATC (l’Ambito Territoriale di Caccia), l’ente preposto, tra le altre cose, alla gestione della caccia programmata della fauna stanziale. Le aree coinvolte sono tutte quelle venabili, fatta eccezione per i cosiddetti “Siti Rete Natura 2000” che, ad oggi, risultano interdetti dalla Regione Puglia.
Queste misure di contenimento della specie suina che negli ultimi tempi ha causato notevoli danni alle persone, agli animali e alle colture sono state rese possibili in quanto rientranti tra le attività previste dall’Ordinanza del Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana n. 5 del 24 agosto 2023 “Misure di controllo ed eradicazione della Peste Suina Africana” e dal successivo Piano Regionale di Interventi Urgenti (PRIU) della Regione Puglia, adottato proprio al fine di contenere la specie “cinghiale, nella provincia di Taranto.
L’A.T.C. di Taranto è operativa in tal senso già dallo scorso 21 marzo, contando su un gruppo di circa cento selecontrollori di cui cinquanta già abilitati alle attività di controllo che in maniera volontaria si presteranno a questa attività.
I selecontrollori sono cacciatori esperti, appositamente formati per il prelievo dell’ungulato cui la caccia di selezione è mirata ed hanno, per questa ragione, la possibilità di cacciare anche durante periodi e ore nelle quali l’attività venatoria è di norma vietata, anche in ambiti protetti, ma sempre e unicamente sotto la supervisione degli agenti venatori.
“Il percorso che ha portato a detto risultato non è stato semplice – ha dichiarato il presidente dell’ATC di Taranto, Nicola Cavallo – in ragione della complessità delle operazioni che hanno richiesto una serie di misure legate da un lato alla sicurezza delle operazioni e dall’altro agli aspetti dei controlli sanitari da effettuare sulle carcasse dei cinghiali abbattuti.”
Inoltre, l’ATC di Taranto nei mesi scorsi, ha avviato un tavolo di lavoro con gli organi deputati al controllo (Carabinieri Forestali e Polizia Regionale) e con la ASL di Taranto per le successive verifiche sanitarie, al fine non solo di mettere a punto la fase operativa del PRIU (Piano Regionale di Interventi Urgenti) ma anche di implementare la piattaforma telematica che permette ai selecontrollori di inserire le prenotazioni delle attività già precedentemente individuate.
Malgrado tutto ciò, occorre evidenziare alcune criticità che la Regione Puglia dovrà affrontare al fine di ottimizzare i risultati, quali la gestione del controllo nelle aree protette e la revisione del disciplinare attuativo, in particolare di quella parte relativa alle forme e ai mezzi consentiti per il controllo.
“Mi preme precisare – ha puntualizzato Cavallo – che l’A.T.C. di Taranto è l’ente preposto a indennizzare gli agricoltori per i danni dei cinghiali alle colture nelle aree destinate all’attività venatoria e che questi risarcimenti avvengono da sempre con una certa celerità rispetto alle specifiche richieste da parte dei soggetti interessati. Inoltre, sempre in ambito di prevenzione danni, l’A.T.C. di Taranto sta elaborando un bando “Prevenzione danni alle colture” e un bando per la “Prevenzione della Peste Suina Africana nei confronti delle aziende zootecniche di allevamento dei suini della provincia di Taranto”, la cui pubblicazione sarà effettuata nei prossimi giorni sul sito dell’Ambito Territoriale di Caccia di Taranto e sarà trasmesso, per maggiore pubblicità, a tutte le associazioni di categoria.
Infine – ha così concluso il presidente – a nome dell’intero direttivo dell’A.T.C. di Taranto esprimo un ringraziamento particolare ai cacciatori “selecontrollori” che stanno collaborando alla realizzazione del piano di controllo della popolazione della specie cinghiale, agli organi di controllo Carabinieri Forestali e Polizia Regionale e alla ASL di Taranto, per la disponibilità palesata ad eseguire gli importantissimi controlli sanitari, affinché tutto avvenga nel massimo rispetto delle norme igieniche a tutela della salute pubblica.”