Un medico ortopedico è stato condannato l’11 marzo, dal Tribunale di Taranto a 9 mesi, con sospensione della pena: per lui le accuse erano di lesioni personali gravi.
I fatti contestati risalgono al 2017, quando una paziente all’epoca dei fatti 49enne, fu sottoposta a un intervento per l’amputazione della gamba destra, a causa di un sarcoma al dorso del piede, inizialmente diagnosticato come “cisti”.
Per il pubblico ministero Francesco Sansobrino, il medico sarebbe stato negligente, in quanto la diagnosi errata, avrebbe portato all’amputazione dell’arto e avrebbe ritardato i cicli di cure per salvarlo.
In particolare, il Pm ha contestato un mancato «approfondimento diagnostico tramite risonanza magnetica con mezzo di contrasto» e il mancato avviso alla paziente finalizzato ad indirizzarla in altra struttura specializzata «per l’approfondimento diagnostico di secondo livello verso un centro specializzato o un centro che seguisse le raccomandazioni diagnostico-terapeutiche prescritte dalle linee guida per i sarcomi».
Il medico, come ha ricostruito la Procura, avrebbe agito «in modo gravemente imperito, imprudente e negligente, senza seguire le regole della chirurgia oncologica e senza neppure rendersi conto in fase diagnostica della presenza di un tumore».
Davanti alla scoperta della massa tumorale, sempre secondo la ricostruzione dei magistrati, «anziché limitarsi a un prelievo bioptico e indirizzare la paziente in un centro specialistico avrebbe asportato il tumore in modo da provocare la diffusione della malattia».
Da quel giorno la donna, assistita dagli avvocati Giuseppe Rossidivita e Niccolò Vozza, vive senza una gamba.
Il Pm aveva chiesto una condanna a 1 anno e 4 mesi, ma il giudice Elio Cicinelli ha condannato il professionista a 9 mesi con sospensione della pena.