«Buongiorno, sono il sovrintendente D’Ippolito della sezione Falchi, volevo salutare tutti quanti, tutti i colleghi della Questura di Taranto perché oggi è il mio ultimo giorno di servizio. Un abbraccio a tutti quanti, mi mancherete».
Commosso, con gli occhi lucidi e la voce rotta dall’emozione, nonostante l’impostazione da “duro”, il sovrintendente capo coordinatore della Polizia di Stato Pippo D’Ippolito ha salutato così, questa mattina, tutti i suoi colleghi della Questura di Taranto. Oggi è stato il suo ultimo giorno di servizio prima della meritata pensione.
Nella sua voce, nelle sue parole, nel suo sguardo, l’emozione di quel saluto che mette un punto – almeno burocraticamente – alla missione che Pippo ha fatto sua per tutta una vita e che si porterà dietro per sempre, perché non si smette mai di essere un poliziotto.
E questo lui lo sa bene, reduce da tanti interventi, taluni anche molto particolari, effettuati mentre era libero dal servizio.
Giuseppe D’Ippolito, per tutti Pippo, classe 1964, è stato per ben trent’anni nella sezione Falchi della Squadra Mobile della Questura di Taranto, dove ha condiviso il suo incredibile percorso con il collega Marcello Dragone in pensione dallo scorso anno.
Pippo D’Ippolito è la storia dei Falchi: un punto fermo, un riferimento, un faro anche per le nuove leve, per chi ogni giorno, scende in strada e guarda in faccia il crimine. Per i colleghi è un mito, un maestro, un esempio da seguire, una guida sicura e maestra che mancherà a tutti ma che sicuramente, anche con la meritata pensione, non farà mancare il suo supporto.
Trenta lunghissimi anni per strada, per le strade di Taranto, una città con le sue particolarità e le sue contraddizioni; una città in cui lo Stato è presente laddove la micro criminalità vorrebbe prendere il sopravvento. Un territorio bello e insidioso allo stesso tempo che Pippo conosce bene e nel quale, grazie alla sua grande dedizione al lavoro e all’immenso senso di abnegazione, ha inciso forte quella presenza dello Stato e della legge, con quel suo “esserci sempre”, motto della Polizia di Stato e del suo essere poliziotto oltre la divisa.
Una carriera importante la sua, nella quale vanta anche diverse promozioni per merito straordinario, come ad esempio quella ottenuta a seguito dell’arresto di Leo Varallo, l’ex operaio Ilva che nel 2022 ferì due poliziotti a colpi di pistola in Viale Magna Grecia, dopo aver tentato di rubare un’auto presso un concessionario. Fu proprio Pippo, insieme a Marcello Dragone e Andrea Tursi, a mettere le manette ai polsi di Varallo consegnandolo alla giustizia.
Tutte circostanze, nel corso dei suoi anni di servizio, che ne hanno esaltato operatività e tenacia. Un Poliziotto con la P maiuscola, sempre pronto ad incitare la squadra, a tenerla compatta. Un collega modello che non si è mai tirato indietro e si è sempre mostrato rispettoso dei suoi colleghi e pronto ad aiutarli nei momenti di difficoltà.
Adesso è arrivata la meritata pensione anche se – secondo noi – un vero Falco non va mai in ritirata. Buona vita!