Onorevole Presidente Meloni,
Onorevoli e Senatori,
scrivo questa lettera aperta interpretando sicuramente il sentimento di tutte le mamme e i papà di Taranto e provincia alle prese con una di quelle notizie che non vorrebbero mai apprendere.
Oggi, nel reparto di oncoematologia pediatrica “Nadia Toffa” dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, un altro lenzuolo bianco ha coperto per sempre il volto di un nostro bambino che ha lottato come un grande contro il mostro.
Dico “nostro”, perché i bambini di Taranto sono figli di noi tutti, anche i suoi.
Notizie di questo tipo nella nostra provincia sono sempre più frequenti, ma non ci si abitua mai. Non possiamo, né dobbiamo abituarci all’inerzia davanti alla morte di tantissimi bambini.
Benché per anni si sia cercato di nascondere le polveri sotto al tappeto, a Taranto adesso non c’è tappeto che basti, perché le polveri hanno invaso le nostre case, le nostre vite, il nostro corpo, il nostro cervello, come nei più fantasiosi set di film fantascientifici, con l’unica differenza che questo non è un film e che fantascienza, nella nostra martoriata città, sarebbe equilibrare il diritto al lavoro con il diritto alla salute.
Lei è una madre, lo ha sempre sottolineato durante i suoi discorsi. È anche Cristiana, quindi saprà bene che “Dio solo è Signore della vita e della morte”.
E quando parlo di Dio, al quale almeno noi credenti ci aggrappiamo quando dobbiamo fare i conti con diagnosi infauste, non parlo del Dio denaro o del Dio acciaio che nella nostra città non hanno portato alcun profitto se non distruzione e morte.
Da una donna, madre e cristiana al Governo, mi sarei aspettata nei confronti dei bimbi di Taranto la stessa solerzia che invece il Governo ha avuto per l’ennesima volta, nel salvare la fabbrica.
Lei può, se vuole. Diritto alla salute, alla vita e al lavoro possono coesistere e la soluzione si chiama chiusura delle fonti inquinanti e bonifica.
Nessun tubo di acciaio in più restituirà i figli a quei genitori rimasti orfani; non c’è pezzo di acciaio al mondo che valga la vita di un solo bambino.
Lei può, se vuole.
Voi tutti potete. Ricordatevi questo, mentre sulla coscienza collettiva, compresa la mia e anche la vostra, pesa la morte dell’ennesimo bambino.
Taranto, 24 febbraio 2024
Con osservanza
Dott.ssa Elena Ricci, mamma e giornalista
direttore del quotidiano Tarantini Time