Questa mattina, in occasione dell’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ex Questore di Fiume, avvenuta lo scorso 10 febbraio, il Questore di Taranto Massimo Gambino ha voluto ricordarlo con l’apposizione di una targa sotto un ulivo di Piazza San Giovanni nel comune di Maruggio.
Alla cerimonia hanno preso parte il Sindaco di Maruggio e le massime autorità civili, militari e religiose della provincia jonica.
Nato a Montella il 31 maggio 1909 in Provincia di Avellino, dopo la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Torino, nel 1936 giurò come volontario vicecommissario di pubblica sicurezza.
Nel 1937 venne trasferito alla Questura di Fiume come responsabile dell’Ufficio stranieri e poi come commissario e questore reggente.
Avendo modo di conoscere l’impatto che le leggi razziali ebbero sulla popolazione ebraica, cercò di fare quello che la sua posizione gli permetteva, creando una strada per salvare tanti ebrei dai campi di sterminio. Un calcolo approssimativo ha stimato in più di 5.000 il numero di ebrei stranieri ed italiani che Palatucci aiutò a salvarsi dalla furia nazista durante la sua permanenza a Fiume.
Il Console svizzero di Trieste, un suo caro amico, gli offrì un passaggio sicuro verso la Svizzera, offerta che Palatucci accettò, inviando al suo posto la sua giovane amica ebrea, originaria di Karlovać, Mika Eisler (al secolo Maria) che, ritrovandosi da sola dopo la separazione dal marito, un certo Weiss, per scongiurare il pericolo che incombeva su di lei e la propria famiglia, fu costretta ad abbandonare precipitosamente il proprio paese per rifugiarsi a Fiume dove, poco dopo, fu raggiunta dalla madre Dragica Braun.
Il 13 settembre 1944 venne arrestato dai militari tedeschi e tradotto nel carcere di Trieste.
Il 22 ottobre venne trasferito nel campo di lavoro forzato di Dachau, dove morì due mesi prima della liberazione, a soli 36 anni.
Il 17 aprile 1955, venne concessa la Medaglia d’Oro alla memoria dall’Unione delle Comunità Israelitiche d’Italia per le sue opere a favore degli ebrei e di altri perseguitati.
Il 12 settembre 1990 lo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme, lo riconosce “Giusto tra le nazioni”.
Il 15 maggio 1995 la Repubblica italiana gli ha conferito la Medaglia d’oro al merito civile per essersi prodigato in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l’arresto e la deportazione, pur consapevole dei gravissimi rischi personali.
Il 21 marzo 2000 il Vicariato di Roma ha emesso un Editto per l’apertura del processo di beatificazione di Giovanni Palatucci, avvenuta formalmente il 9 ottobre 2002 e nel 2004 è stato proclamato Servo di Dio.
“In questo complicato scenario internazionale la figura del Questore di Fiume risulta più che mai emblematica: quella di un uomo, il quale durante la follia del secondo conflitto mondiale ha avuto la possibilità di “far del bene” come da lui stesso affermato in una breve missiva inviata ai propri cari.
Non ottemperando alle leggi razziali, salvando migliaia di ebrei a prezzo della propria vita, Palatucci è un esempio di solidarietà e dignità anche per le nuove generazioni ed è punto di riferimento per tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato nel loro quotidiano impegno a servizio dei cittadini”.
Queste sono le parole che il Sig. Questore di Taranto ha espresso questa mattina durante la cerimonia di apposizione della targa, con un ringraziamento al Sindaco di Maruggio Alfredo Longo per la disponibilità a dedicare l’ulivo cittadino alla figura di un poliziotto, con un ringraziamento al Vescovo di Oria S.E. Rev. Vincenzo Pisanello per il momento di raccoglimento religioso che ha voluto dedicare alla ricorrenzaed al Prefetto di Taranto dr.ssa Paola Dessì per le sue parole di saluto.