Taranto, bullismo: sabato scorso un giovane di 15 anni è stato salvato dalla Polizia allertata da due amiche meravigliose.
La prima cosa da fare quando ci si trova davanti una persona aspirante suicida è instaurare un dialogo mirato a carpire le emozioni di quella persona e farle proprie. Si chiama empatia, ed è – in parole poverissime – la capacità di mettersi nei panni dell’altro che, sebbene possa sembrare scontata, non lo è affatto.
La settimana scorsa, mentre giravo per la città di Taranto, mi sono imbattuta in un mucchio di persone radunate a discesa Vasto. C’erano ambulanze, auto della Polizia di Stato e, per deformazione professionale, ho provato a capire cosa stesse accadendo guardando da lontano, senza intralciare le operazioni di sanitari e forze dell’ordine.
Poco più avanti, nei pressi di un muretto, su di una panchina, c’era un ragazzino con due agenti che gli stavano parlando amorevolmente. Uno di loro aveva un braccio sulla spalla del minore e lo stava rassicurando.
Quel ragazzino aveva tentato di togliersi la vita lanciandosi in mare. Era in compagnia di alcuni amici e due di loro, due ragazzine con grande senso civico, hanno dato l’allarme al 112 cercando di fermare il ragazzino da quelle che erano le sue intenzioni. Da sole ovviamente non ce l’avrebbero fatta e quindi hanno chiamato la Polizia. Sul posto è arrivata immediatamente una Volante della Questura di Taranto. Il ragazzino era sulla panchina, molto agitato. I poliziotti lo hanno avvicinato e hanno iniziato a parlargli. Non so cosa gli abbiano detto perché ero lontana, ma ho visto come gli stavano vicino, come hanno cercato di fargli abbandonare quel pensiero negativo che lo avrebbe sicuramente portato a compiere un gesto insano. Ecco, l’empatia: che dono meraviglioso e salvifico!
Sul posto c’erano anche diversi genitori arrivati lì, avvisati dai propri figli. Parlando con alcuni di loro è emerso che il ragazzino starebbe vivendo un periodo complicato a causa di bullismo o, comunque sia, situazioni che lo farebbero sentire “inutile” e “inadeguato”.
A 15 anni non si è mai inutili e inadeguati, ma si è preziosi e le debolezze o i momenti di sconforto non ci rendono meno “forti” o meno “adatti”. Semplicemente fanno parte di noi.
Il bullismo purtroppo è una piaga che esiste da sempre. Negli ultimi tempi, per fortuna, ha suscitato attenzione e dibattito a livello mediatico, ma non basta. Servirebbero dei percorsi mirati nelle scuole, perché di bullismo ancora oggi si muore.
Taranto, bullismo: i dati nazionali del 2023
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Indifesa 2023, un adolescente su 2 è vittima di bullismo o cyberbullismo. L’Italia è al 18° posto con 32.600 casi.
Secondo questi dati il 47,7% dei giovani tra i 14 e 26 anni è vittima di bullismo, il 37% di loro per l’aspetto fisico. Si tratta di violenze psicologiche che spesso sfociano in violenze fisiche, con conseguenze devastanti sul benessere psicofisico delle vittime, il 38% delle quali perde autostima e fiducia negli altri, isolandosi. Tra gli altri effetti nefasti, troviamo anche il peggioramento del rendimento scolastico, registrato nel 21% dei casi o, addirittura un rifiuto della scuola. Per non parlare poi di disturbi come ansia sociale, attacchi di panico e disturbi alimentari.
Dall’osservatorio emerge un altro dato davvero sconvolgente: solo il 5% delle vittime chiede aiuto. Essere vittime di bullismo, purtroppo, viene percepita anche come una vergogna. Non è facile parlarne, passare per il “debole” di turno. Quindi la maggior parte delle volte la vittima tiene tutto dentro andando incontro a una serie di disagi interiori che non tutti, purtroppo, sono capaci di affrontare, uscendone.
Taranto, bullismo: ecco perché il ruolo di poliziotti e amiche è stato importantissimo
Non immagino cosa sarebbe potuto accadere se quei due poliziotti, sabato scorso, non avessero tranquillizzato il 15enne affidandolo poi alle cure dei sanitari che lo hanno trasportato presso il nosocomio di Via Bruno per degli accertamenti.
Mi sento di esprimere parole di gratitudine sia nei confronti dei poliziotti che delle due ragazzine che li hanno allertati dimostrando grande senso civico e fiducia nelle divise che non hanno esitato un attimo ad arrivare.
Si, hanno sicuramente fatto tutti il loro dovere, ma è nostro dovere altrettanto ringraziare le due giovani che non si sono voltate dall’altra parte e i due agenti che hanno dimostrato grande senso di ascolto e umanità, che il bene vince sul male e che la vita è una cosa meravigliosa.
Firmato: una vittima di bullismo che ce l’ha fatta e che oggi combatte le ingiustizie.