In attesa di conoscere il destino di Acciaierie d’Italia, le aziende dell’indotto Aigi continuano la loro protesta che si traduce nel presidio dinanzi alle portinerie dello stabilimento siderurgico e nell’interruzione della fornitura di beni e servizi, pur continuando a garantire il minuto mantenimento degli impianti al fine di tutelare i lavoratori diretti e la città tutta.
Nelle prossime ore dovrebbero registrarsi novità sul futuro prossimo dello stabilimento. Due sembrano, allo stato, le strade percorribili: l’amministrazione straordinaria, la seconda nel giro di un decennio, o un accordo bonario tra le parti, Invitalia e Arcelor Mittal.
Nel caso fosse decretata l’amministrazione straordinaria della società, le interlocuzioni avviate con il Governo e con i tecnici del Mimit hanno prodotto un primo risultato: secondo il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella serata di venerdì scorso, i crediti accumulati dalle aziende dell’indotto strategico sarebbero tutelati da istituti finanziari con garanzia Sace, senza però garantire liquidità nell’immediato prolungando di fatto l’agonia delle aziende.
La strada, dunque, è ancora in salita e, in attesa di conoscere le sorti di AdI, continuiamo a lavorare con i nostri tecnici e i nostri legali al fine di proporre emendamenti al suddetto decreto che garantiscano maggiori tutele all’indotto e si amplii la platea delle aziende beneficiarie.
Aigi ringrazia sin da ora le organizzazioni sindacali con cui è stata condivisa la grande manifestazione di protesta del 26 gennaio scorso, i lavoratori e le forze economiche della città che stanno condividendo le ragioni della vertenza, nella speranza che prevalga responsabilità da parte degli attori in campo e le nostre aziende possano essere al più presto ristorate prima che si arrivi a decisioni drammatiche ma inevitabili.
La battaglia è ancora lunga e di sicuro Aigi non si arrenderà finché non sarà conseguito il risultato auspicato.