I licenziamenti di una piccola azienda subappaltatrice dell’indotto di Acciaierie d’Italia sono stati annunciati in diretta nel corso della protesta di oggi a Taranto dello stesso indotto. Era infatti in corso il corteo promosso dai sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb, al quale hanno aderito anche le associazioni di impresa Aigi, Casartigiani e Confapi, quando con i manifestanti poco distanti dalla direzione di stabilimento sulla statale per Bari, un delegato della Uilm ha impugnato il megafono e letto la comunicazione di licenziamento giunta oggi ad uno dei lavoratori interessati. Il licenziamento decorre dal 31 gennaio. L’impresa in questione comunica che Acciaierie ha “interrotto drasticamente tutti i lavori di manutenzione al proprio interno”. Pertanto dice il subappaltatore ai dipendenti, “il suo rapporto di lavoro viene risolto per giustificato motivo oggettivo e pertanto dovrà ritenersi licenziato in data 31 gennaio 2024. Le sue spettanze, unitamente ai suoi documenti di lavoro, saranno a disposizione presso i nostri uffici”.
La comunicazione di licenziamento è stata trasmessa via mail e questo ha provocato ulteriori proteste da parte dei manifestanti in corteo. “I licenziamenti dovrebbero essere 7-8 – dichiara ad AGI Mimmo Amatomaggi della Uilm -. E’ una delle tante aziende in sofferenza, che prende il lavoro da altre imprese che hanno l’avuto in appalto. Sono realtà per le quali abbiamo già usato tutto il plafond della cassa integrazione ordinaria pari a 52 settimane, tant’è che abbiamo chiesto ai parlamentari di prevedere attraverso un emendamento alle misure legislative in discussione, un intervento per salvare anche la manodopera di queste piccole imprese”.