L’onda emotiva dei recenti fatti di cronaca, con il femminicidio di Giulia Cecchettin, ha portato l’opinione pubblica a puntare il dito sul patriarcato. Ci siamo però mai chiesti, quanto il destino di una donna dipenda anche e soprattutto dal matriarcato? Ci siamo mai domandati se, il patriarcato in quanto tale, sia alimentato da quel matriarcato insito ancora oggi nella mentalità di molte donne che accettano determinate situazioni perché “è giusto che sia così”.
La scrittrice Camilla Cuparo nel suo libro “Il doppio muro” racconta una storia e si pone delle domande.
Una storia che ha l’odore delle palline di naftalina, quelle utilizzate per conservare il corredo nei bauli; una raccolta di biancheria accuratamente ricamata e preparata per quelle figlie “femmine” che si sposeranno e che a loro volta avranno figli a cui trasmettere quel corredo che andrà sempre tenuto ben conservato, mai usato, tramandato. Perché così è.
Pluripremiata drammaturga, scrittrice e sceneggiatrice di origini calabresi, Camilla Cuparo è stata ospite dell’Arci Circolo Terra Rossa di Montemesola presso l’aula consiliare, dove si è tenuta la presentazione del suo libro.
Un dialogo interessante quello dell’autrice con Silvana Pasanisi che ha snocciolato le varie parti dell’opera nata inizialmente come spettacolo e divenuta poi un libro.
Una storia accattivante, di cui non sveliamo dettagli per rispetto dell’opera e per il fatto che un libro come quello della Cuparo merita di essere letto, assaporato, gustato e toccato, soprattutto da noi donne.
Maria attende con trepidazione il ritorno del marito, Peppe. Sara, la figlia, è a casa per le vacanze di Natale ma vorrebbe non esserci. La sua mente è con Marco. Ognuno di loro ha “tradito” e, adesso, ognuno riavvolge il nastro della memoria per raccontare gli eventi dal suo punto di vista, quasi a volersi giustificare o, addirittura, discolpare per ciò che è accaduto. Fino a ritornare al presente. Sono personaggi che si muovono, come animali, in luoghi dell’essere che sono galere senza alcuna via d’uscita. Sono tarme e sono felini ma si somigliano. Sono indolenti e famelici. Rabbiosi e impauriti. Distruttivi e fragili. E poi c’è Dio. E c’è l’Io. E c’è il peccato, che avrà il volto della verità che abbatterà tutti i muri.