Venturi cinquantenne, di origine tarantina, trasferitasi a Bologna per esigenze lavorative, dopo anni decide di attestare la sua pluridecennale esperienza nell’ambito del food e del beverage con una laurea triennale in giurista per le imprese e per la pubblica amministrazione, curriculum food, sport e wellness. Nel giorno per lei più importante decide di portare all’attenzione di tutti Taranto, la sua città. Riesce nel suo intento grazie alla sua tesi, il cui titolo è “L’incidenza delle esternalità negative da inquinamento ambientale sui tributi patrimoniali: il caso dell’Imu”. Per quanto possa smembrare, ad un occhio inesperto, un titolo poco pertinente con il tema dell’Ilva, Lucia ci dimostra come effettivamente non sia così.
Si è prefissa di individuare le incidenze delle esternalità negative dell’inquinamento ambientale sul costo dei diritti sociali, affinché, il sacrificio sostenuto dai cittadini raggiunga l’obbiettivo, suggerito dall’Unione Europea, di perseguire una crescita economica rispettosa dei diritti inviolabili dell’uomo e dell’ambiente in cui vive. Parlando dell’Imu e del Catasto ha dimostrato come sia necessaria una più equa ridistribuzione della ricchezza disponibile. Venturi definisce l’Ilva “un comportamento umano che genera danno ambientale” ed evidenzia lo svantaggio che l’imposizione fiscale ha sui soggetti gravati dall’imposta in aggiunta ai pesanti danni creati dall’inquinamento. Perciò fornisce una serie di suggerimenti, a suo parere, utili affinché attraverso il sistema tributario si possa raggiungere un più alto livello di soddisfacimento dei bisogni pubblici, allentando, ove possibile, la pressione fiscale.
In breve, la sua proposta principale è ridurre l’IMU a coloro i quali, essendo soggiogati dall’ingombrante presenza dell’Ilva sul territorio, non possono vivere più nella propria casa oppure sono costretti a subire in prima persona i danni da essa provocati. È riuscita a portare a termine un lavoro organico e pregno di significato, non solo per lei ma per tutti i tarantini. Venturi spiega “ho voluto parlare dell’Ilva perché la mia terra mi è cara, e so quanto poco si fa per aiutarla” continua “è importante per me che non cali mai l’indifferenza su un tale disastro ambientale che ha portato via tanti dei miei concittadini”. Giorno 4 dicembre ha discusso il suo Elaborato finale e tra le lacrime di gioia un pensiero va sempre alla sua amata Taranto.