La Festa Patronale di San Biagio ha avuto inizio con la processione a cavallo dalla campagna come segno di ringraziamento per il raccolto della vendemmia. La sorpresa per i tanti fedeli presenti è stata sicuramente quella di vedersi svelare davanti ai propri occhi il San Biagio di Carosino.
E’ cosi che piace chiamarlo ai più anziani, a coloro che vedono il Santo come uno di famiglia, un loro coetaneo, uno di loro nato non a Sebaste ma chissà, a Carosino, e che viene osannato e festeggiato da secoli. Si. La statua realizzata dal Caretta ai primi del Novecento e su cui molti artigiani locali nel tempo ci hanno messo le proprie mani e la propria arte, era bloccata per lavori di restauro e burocrazia varia ormai dal lontano 2020; la caparbietà del Comitato Festa Patronale, l’ausilio e l’intervento del Sindaco Onofrio Di Cillo e le sollecitazioni del Parroco Don Filippo Urso hanno permesso di terminare il tutto, ridonando al simulacro quelle che sono, da sempre, state le sue cromie. L’opera è stata realizzata dallo Studio d’Arte Jaccarino e Zingaro di Andria su indicazione dell’Arcidiocesi di Taranto. Oggi, di sicuro, la comunità si riappropria di un pezzo di cuore, di un patrimonio storico e religioso che è entrato ufficialmente tra i “beni” dei Beni
Culturali. Non è sicuramente il tempo né delle polemiche né delle colpe, siamo un popolo di fede e ciò che conta è avere di nuovo tra noi, si un pezzo di cartapesta, ma la raffigurazione di un uomo, Biagio, divenuto Santo, arrivato a Carosino dal lontano Oriente grazie ai monaci Basiliani nell’Ottocento e da allora cittadino di questa terra, padre, fratello amico dei nostri avi e di tutti noi.