Il teatro come luogo per amare, riscoprirsi e innamorarsi liberando il sé femminile di ognuno.
Prenderà il via il 25 settembre a Taranto, presso la sede della scuola di danza Hedemia, in via Pisa 2, il laboratorio teatrale curato dall’attore Donato Alba, su iniziativa dell’Associazione Ethra Accademia Sociale di Taranto, ET presente nella città dei Due Mari e che da 15 anni gestisce uno sportello antiviolenza accompagnando le donne in un percorso di liberazione dalle relazioni tossiche, verso l’autodeterminazione.
L’idea di questo laboratorio nasce dal desiderio dello staff di Ethra di aiutare le persone a disinibirsi, a superare la paura di relazionarsi con gli altri scoprendo attraverso il teatro le parti più intime e sensibili, tra cui il sé femminile.
Un percorso introspettivo e di autoriflessione che alle donne ricorderà la propria essenza e tutto ciò che deriva da questa polarità, mentre agli uomini permetterà di entrare nell’universo delle donne per meglio comprenderle e comprendere le emozioni che talvolta pervadono sé stessi, ma che vengono rifiutate come estranee.
Il teatro – fa sapere Ethra – è processo lento ma pervasivo di autoconoscenza che potrebbe aiutare tutti a comprendersi vicendevolmente ed insieme lavorare per una società in cui patriarcato e violenza vegano banditi una volta per tutte.
Ethra da sempre crede nel potere catartico e al tempo stesso divulgatorio del teatro che non è solo una forma d’arte, ma qualcosa di ben più potente: è il simbolo che si svela, è una forma di relazione, è partecipazione attiva al cambiamento culturale dei singoli e della collettività.
Qui entra in gioco il ruolo di Donato Alba, attore teatrale, reduce dal sold-out dello scorso anno proprio al teatro TaTà con un reading d’autore in occasione della giornata mondiale contro la violenza di genere: “Quando si parla di sé femminile qualcuno magari pensa alle questioni legate alla teoria gender, ma non è così – precisa Alba – è anche quello, ma questo laboratorio mira a far conoscere realmente chi siamo, come respiriamo e soprattutto quanto conosciamo il nostro corpo? Sappiamo essere in equilibrio con questa vita e con questo sociale? Tutta una serie di cose che scopriremo attraverso questo percorso che mi auguro possa portare beneficio a tutti. Non vedo l’ora di cominciare il lavoro, anche perché Ethra è una associazione alla quale mi sono affezionato subito perché quando si tratta di aiutare gli altri, io sono sempre pronto. La vita è fatta di accoglienza, bisogna accogliere gli altri e i loro problemi, perché il problema dell’altro non è detto che non sia il nostro; deve diventare il nostro altrimenti si diventa egoisti e l’egoismo porta a queste brutture. Credo che il teatro sia il luogo giusto per tornare ad amarsi e ad amare”.