Un vice procuratore onorario in servizio nel Tribunale di Lecce, ma residente nel tarantino e un avvocato dello stesso foro, anche lui della provincia di Taranto, avrebbero costretto alcune persone a pagare allo scopo di bloccare indagini forse costruite ad-hoc. È per questo che la Finanza, su ordine della Procura di Potenza, sta eseguendo perquisizioni e sequestri nell’ambito di un fascicolo coordinato dal pm Vincenzo Montemurro, che ipotizza a carico di sette persone, a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, le ipotesi di corruzione, concussione e induzione indebita. E’ quanto riporta la Gazzetta del Mezzogiorno.
“Il vice procuratore, A.Z., 57enne residente in provincia di Taranto, e l’avvocato G.D.V., 47enne nato a Mesagne e residente a Manduria, tra aprile e gennaio avrebbero ottenuto 12mila euro da un imprenditore nato in Svizzera (a sua volta indagato) per bloccare ‘presunte’ azioni giudiziarie nei suoi confronti. Per convincere l’uomo a pagare -si legge- avrebbero anche organizzato un controllo concordato da parte di una pattuglia di carabinieri”.
Il magistrato onorario, sempre secondo l’accusa, “si sarebbe fatto promettere denaro anche da altre persone allo scopo di insabbiare indagini. Gli altri quattro indagati, tra cui dipendenti della Asl di Taranto, tutti residenti tra le province di Lecce e Taranto, secondo l’ipotesi di accusa sarebbero in qualche modo finiti nella rete del vice procuratore per via di indagini a loro carico”.