Fare impresa edile a Montemesola, così come un po’ in tutta Italia, non è facile. Serve serietà, certo, ma anche tanta dedizione al lavoro e passione.
Oggi questi lavori non vuole farli più nessuno: tutti concentrati sui videogiochi o sui social per diventare influencer. Lavori manovali o di artigianato vanno sempre più perdendosi ed è raro trovare un giovane dedito a questo tipo di attività.
Un esempio è Antonio Scarpa che a Montemesola si occupa di costruzioni da generazioni. Giovanissimo, classe 1988, ha intrapreso la carriera del papà, dopo aver provato anche il “posto fisso”.
Impresa Edile a Montemesola, l’esperienza di Antonio
Oggi, a 34 anni, con suo padre Nicola, porta avanti la CNA Costruzioni, nome nato dall’intreccio di mamma Comasia (Maria), papà Nicola e lui, Antonio. E figuriamoci a questo punto, se un costruttore non potesse “costruirsi” il nome”.
Ma cosa spinge un giovane a cimentarsi in questo lavoro? Innanzitutto la storia di famiglia. L’attività di costruzioni e ristrutturazioni nasce con il nonno Antonio Scarpa negli anni ’70. Erano più lavori di manovalanza con i quali ha iniziato a far appassionare il figlio Nicola, perché una volta il mestiere si tramandava.
Nel 1984 nasce la prima ditta indipendente “Edil di Scarpa Nicola”, fino al 2008 con la società CNA Costruzioni s.r.l.
Un lavoro che dà soddisfazioni
“Mio padre ha sempre costruito appartamenti nuovi, cosa che adesso non è molto fattibile perché non c’è edificabilità – racconta Antonio Scarpa – ci siamo così reinventati nel 2010, iniziando lavori di ristrutturazione. Inizialmente questo lavoro non mi piaceva, però poi ho unito il lavoro al senso del bello. Amo il colore nuovo e dare nuova vita a qualcosa di vecchio. Al di là della soddisfazione economica che comunque aiuta a vivere, la soddisfazione più grande è la gratitudine delle persone che scoprono in un’opera rinnovata qualcosa di prezioso a cui avevano smesso di attribuire valore”.
Antonio dunque, è con questo spirito che porta avanti la sua attività a Montemesola: dare nuova vita, a prezzi onesti, a tutto quello che è abbandonato.
“impegno e sacrificio portano risultati e aumentano la passione – racconta – non c’è felicità più grande di riscoprire bello qualcosa che avevamo e di cui ignoravamo la bellezza”.
L’invito ai giovani
A differenza di altri lavori però, quello edile, richiede molta fatica fisica e anche mentale. Sarà per questo che i giovani non sembrano attratti da questa attività? Troppo comodi nell’era ipertecnologica?
“sono sicuramente lavori logoranti – spiega Scarpa – e che non puoi fare da solo. Oggi siamo tutti affascinati dal mito del posto fisso: io ho lavorato anche in Ilva e in raffineria, ma posso assicurare che le soddisfazioni che dà questo lavoro non le trovi dietro una scrivania. Ai giovani vorrei dire di avvicinarsi ai mestieri che si stanno perdendo. Oggi manca l’esperienza nei ragazzi e questa non la si trova né sui social né sui videogiochi”.
Antonio ha iniziato a 16 anni, nel periodo estivo, dopo la scuola, come apprendista. Poi è passato ai fatti con la sua ditta e quando il periodo era un po’ più buio, ha saputo reinventarsi: “bisogna saper fare tutto. L’adattamento serve per uscire dalle situazioni”.