Erano gli anni Settanta e lui, un giovanissimo Benito Ricci, da tutti conosciuto e amato come “zio Benito”, era lì, in prima linea, a portare il laccio al Cristo morto durante la processione dei Misteri organizzata a Montemesola dalla Confraternita di San Michele Arcangelo.
Quella di Benito è una devozione vera, sentita e profonda, che dura da circa mezzo secolo e non si ridimensiona mai.
Anche quest’anno, nonostante i suoi ottant’anni (portati benissimo), Benito era lì, accanto al simulacro del Cristo morto, a rendergli omaggio con il garbo e l’eleganza che da sempre lo caratterizzano.
Per questo motivo la Confraternita di San Michele Arcangelo e il comitato festa, hanno voluto omaggiarlo esprimendo al nostro giornale un sentito ringraziamento per questa sua disponibilità e per questo suo amore nei confronti di una antica tradizione radicata in paese, nel sentire della comunità devota e che lui porta avanti da oltre cinquanta anni.
«Tutti i confratelli si sentono di ringraziare il confratello Benito Ricci per l’attaccamento alla Confraternita e al simulacro di Gesù morto – fanno sapere dalla Confraternita -. Le prime volte che ha portato il laccio era un giovane ragazzo, quest’anno ha compiuto 80 anni e ci ha chiesto di portarlo ancora una volta. Per noi è sempre un immenso piacere e gli auguriamo che la protezione dell’Arcangelo Michele lo accompagni in serenità e salute, affinché possa ancora portare il laccio, negli anni a venire, alla sua amata statua».
Credit photo © Daniele Conte