In un momento in cui il governo e il paese tutto devono far fronte a gravi ritardi e recuperare credibilità nei confronti delle istituzioni comunitarie, l’emendamento proposto per il commissariamento dei XX Giochi del Mediterraneo poteva avere tutto altro respiro e sbloccare uno dei pochi programmi già pronti, per un’area sensibile, al netto dei perfezionamenti che si potevano ancora eseguire, come da ampia disponibilità offerta al ministro Fitto.
Io non desidero discutere della formula prescelta, né di altre considerazioni di natura politica, tuttavia avevo segnalato al ministro Fitto che il cronoprogramma contenuto in quel testo di partenza dell’emendamento equivaleva a decretare un rischio insostenibile per la manifestazione. Un evento che, nella apparente logica del governo Meloni, poteva avere una valenza ben più ampia di quella sportiva nei confronti dei paesi partner del Mediterraneo.
Soprattutto, avevamo sollecitato il governo a liberare subito gli iniziali fondi e a fornire riscontro urgente alla Regione Puglia sulla dotazione FSC. Designare l’ennesimo commissario, per altro su una materia non meglio precisata, senza fornirgli questi strumenti, significa offendere le aspirazioni di una comunità, non raggiunge alcun altro obiettivo pratico, purtroppo. Un film già visto con le bonifiche.
Inconcepibile, poi, il gabinetto del Ministro Abodi che decide di disertare le deliberazioni del comitato organizzatore, che si riunisce per dare esecuzione proprio alle recenti indicazioni del governo, così risultiamo tutti poco seri agli occhi dei cittadini e del comitato internazionale, sono molto perplesso.
Chiedo, perciò, ai parlamentari ionici di tutti gli schieramenti e ai ministri coinvolti di intervenire rapidamente a soppressione di quell’emendamento, o almeno a rettifica di quell’impianto, altrimenti da sottoscrittore unico del contratto che lega Taranto agli impegni internazionali dovrò trarre le mie conseguenze, anche formali. Io devo salvaguardare la reputazione e lo sviluppo della città.
In questi giorni, inoltre, negli ambienti istituzionali romani si prefigura anche ulteriore ritardo a proposito dei fondi per la transizione giusta che l’UE, sulla vicenda della decarbonizzazione e della riconversione industriale, ha garantito a Taranto. Invito il ministro Fitto a fare presto chiarezza anche sull’argomento, nessuno può pensare di ridiscutere a questo punto dell’iter l’ambito territoriale o il plafond del regolamento europeo.
Insomma, dall’accordo di programma sull’ex Ilva ai Giochi, passando per la transizione giusta, è arrivato il tempo delle risposte per Taranto, il governo si assuma le proprie responsabilità e non ci carichi di altri siparietti penosi e di nuovi sacrifici. A tutti dico, ancora una volta, che sono in ballo le sorti di Taranto, non di una fazione politica.