Oggi scrivo ai giornali con lo scoramento frutto di un sopralluogo effettuato ieri nella zona del Parco dei Dolmen di Statte.
Con associazioni che si occupano di storia, escursionismo, turismo ambientale e paesaggistico, stiamo da tempo lavorando nel tentativo di recuperare ad una fruizione più ampia, questo luogo assolutamente straordinario, sia dal punto di vista archeologico che naturale.
Ma quello che ieri ci è apparso davanti agli occhi è l’ignoranza più cieca, la misura di una autolesionistica inciviltà, il segno dell’offesa che costantemente subisce il nostro territorio, questa volta dai suoi stessi cittadini.
Mi riferisco alle cataste di rifiuti di ogni genere (inerti, spazzatura, infissi, vecchi frigoriferi) abbandonate nel parco e che circondano quella che pure dovrebbe essere un’area sacra, quella degli antichi dolmen, le tombe neolitiche databili all’età del bronzo, che costituiscono una rarità assoluta nello scenario dell’Italia meridionale.
In quel sottobosco a poca distanza dalla gravina di Leucaspide, le civiltà preistoriche hanno compiuto riti, sepolto i loro cari, e tutta quella spazzatura, tutti quei detriti, sono una offesa, un oltraggio, una profanazione che merita una condanna pubblica.
Pertanto chiedo alla stampa di farsi megafono della mia indignazione, della mia rabbia come amministratore di una cittadina che da anni tenta di riscattarsi dalla sua immagine di fumo, rifiuti e morte.
Il Parco dei dolmen sarà ripulito. Ma all’offesa subita dal luogo si aggiungerà l’offesa che saranno costretti a subire dai cittadini contribuenti, quelli che con senso civico e amore per il territorio pagano le tasse, i tributi, e che loro malgrado dovranno “pagare” con i loro soldi (fondi comunali) la raccolta e lo smaltimento di quella spazzatura.
Spenderemo risorse pubbliche che sarebbero potute essere destinate ad altro, che avremmo potuto investire, ad esempio, per migliorare la segnaletica e l’accessibilità al Parco dei Dolmen. E invece no. Torneremo a farci intaccare il bilancio da questi delinquenti.
D’ora in poi, pertanto, stessero in guardia perché controlleremo il territorio come non mai. In quel parco dovranno tornare scolaresche, viaggiatori, appassionati di natura e storia, e questi incivili isolati e multati severamente.
Chiedo io scusa per loro. Scusa alla storia. Scusa alla Natura e a tutti quegli stattesi perbene, purtroppo per loro, concittadini di questi vandali sporcaccioni!