Il convegno si è confermato interessante e ricco di spunti dettagliati, grazie alla qualificata platea di relatori e uditori allestita a Taranto dalla Fondazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili della provincia ionica.
Il confronto, divulgativo e formativo, si è tenuto lunedì scorso 27 febbraio nel salone dell’hotel Salina.
L’esigenza crescente di consulenze specifiche e capacità organizzative strutturate sono gli assi sui quali muove il ruolo del commercialista che diventa strategico lungo la direzione che unisce operativamente gli uffici del Commissario ZES, dell’Autorità Portuale e i rappresentanti delle imprese interessate ad investire sulle aree ZES del territorio ionico.
Il commercialista non è certo il mediatore tra gli interessi reciproci ma il tratto di unione di una filiera robusta e competente che nell’investimento e nelle possibilità che genera intravede il legittimo benessere degli attori (imprenditore, lavoratori, cittadini, …) e mette in campo le azioni opportune per centrarlo.
Diversi gli spunti emersi, lunedì scorso al Salina, e i suggerimenti dei professionisti intervenuti: dalla necessità della partecipazione dei consulenti alle riunioni e ai tavoli tecnici, alla apertura di uno sportello all’interno della sede del Commissario Straordinario e dell’Autorità Portuale, affinché il Commercialista possa offrire una prima, fondamentale, consulenza di alto profilo alle imprese.
In attesa della firma del Dpcm, che dovrebbe ridefinire alcuni aspetti essenziali, e in seguito alla soppressione dell’Agenzia delle Coesioni, si è voluta così lanciare da Taranto la necessità della riperimetrazione delle aree ZES basata sulla caratterizzazione di ogni singola area. Ciò, per favorire filiere produttive nell’ambito imprescindibile dell’economia circolare degli scarti.
Una logistica da “ultimo miglio o km zero” esalterebbe la funzionalità dei collegamenti e dei trasporti all’interno di un’area ZES specifica e consentirebbe la pianificazione di collegamenti mercantili tra i porti e gli aeroporti di Taranto e i porti e gli aeroporti di Trieste e di Genova, di Bari e di Sorrento e Napoli.
Restano essenziali, sia chiaro, il collegamento ferroviario e quello autostradale dell’asse Sud per aumentare l’appeal del progetto locale generale.
Un’altra proposta scaturita dal convegno riguarda la durata almeno triennale delle agevolazioni fiscali importanti per l’attrazione degli investimenti produttivi nelle aree della ZES. Attualmente, salvo proroghe dell’ultimo minuto, sono previsti sino al 31 dicembre 2023 i benefici dei crediti fiscali. Poco, perché ogni Dottore Commercialista o Esperto Contabile, oggi, non può pianificare nel lungo termine un insediamento produttivo per le aziende che, giustamente, vorrebbero beneficiare delle misure di fiscalità di vantaggio.
Un periodo certo (almeno di 3 anni) consentirebbe invece la spalmatura di una strategia direzionale, l’eventuale acquisto del terreno, la costruzione del fabbricato, l’acquisizione degli impianti, dei macchinari e delle attrezzature, l’assunzione di forza lavoro e l’avvio dell’attività.
Non per ultima, la necessità di previsioni normative sospensive delle imposizioni fiscali sui tributi locali e regionali e delle contribuzioni per le nuove assunzioni.
In sostanza, è strategico e centrale il ruolo del commercialista con competenze specifiche e altamente qualificate, in quanto il suo apporto nelle vesti di consulente al fianco delle imprese è utile a far conoscere i molteplici vantaggi derivanti dall’insediamento nelle aree ZES e ZFD.
Il convegno del Salina ha chiaramente evidenziato questi ed altri aspetti fondamentali dei quali il legislatore dovrebbe tener conto. I commercialisti jonici sono pronti, servono però procedure e criteri attuativi adeguati affinché le ZES si confermino motore di crescita territoriale.
Da tutti i punti di vista.