“Nonostante la gravissima situazione che si respira dentro e fuori lo stabilimento ex Ilva di Taranto, siamo costretti a leggere continue dichiarazioni di esponenti del M5S e del PD, quali, dopo anni di disastri ed, al più, di totale immobilismo, accusano il governo di fare passi indietro su Taranto.
E’ bene ristabilire la verità e intanto, chiariamo che il governo di centro destra, anche in parte in continuità con il governo Draghi, ha già impegnato per Taranto quasi tre miliardi di euro: una parte, i famosi 680 milioni a titolo di finanziamento soci imputabile anche a titolo di aumento di capitale sociale ed altri due miliardi per gli investimenti per il DRI (stabilimento per la produzione del preridotto), per i forni elettrici e per gli investimenti da effettuarsi nella direzione della decarbonizzazione dello stabilimento.
L’obbiettivo è fare in modo che anche da noi si possa produrre acciaio in maniera ecocompatibile.
In più, ha ritenuto, correttamente,di recuperare uno strumento, la cosiddetta “immunità penale”, introdotta nella normativa Ilva nel 2015 dal Partito Democratico, per rendere appetibile dal punto di vista degli investitori,anche stranieri, lo stabilimento di Taranto. Che cosa che prevede questa immunità? Non la stupidaggine del “diritto di uccidere” come qualcuno incautamente va sostenendo in giro, ma semplicemente il principio che l’esecuzione delle attività previste dal Piano ambientale non possa dar luogo alla responsabilità penale in capo ai commissari ed ai soggetti da questi funzionalmente delegati.
Pertanto, l’attuale esecutivo pone in essere delle azioni concrete, a fronte delle tante parole al vento che, anche in queste ore, vengono pronunciate per raccattare qualche voto in più.”