Un periodo di grande fermento per la fotografa tarantina Alessandra Calò, classe 1977, che in questi primi mesi del 2023 sta ottenendo un notevole successo di pubblico e critica con due straordinari progetti fotografici tra Milano e a Dubai negli Emirati Arabi.
Nel capoluogo lombardo è protagonista con The Garden’s Tale (Il racconto del giardino), in mostra fino al 7 marzo 2023 nel nuovo spazio espositivo dedicato alla fotografia contemporanea Lab 1930 di via Mantova 21 a Milano.
L’esposizione milanese, curata da Elena Carotti e accompagnata da un saggio critico di Lóránd Hegyi, già direttore del Musée d’art moderne et contemporain Saint-Étienne Métropole, si presenta come un’unica installazione composta da undici opere fotografiche differenti una dall’altra sia per dimensioni che per soggetto.
Ideato durante il periodo di confinamento tra il 2020 e il 2021 e poi realizzato nel 2022, The Garden’s Tale si sviluppa attraverso una serie di nature morte realizzate con oggetti reperiti in ambiente domestico che si alternano a visioni selvatiche, facendo emergere costantemente il confronto, sempre presente, tra il mondo della natura e il mondo costruito dall’uomo.
Il risultato sono opere fotografiche che invitano a penetrare l’oscurità alla ricerca della luce, a compiere un viaggio alle radici della nostra identità, un momento di raccoglimento su ciò che nell’oscurità sfugge al racconto. Una fotografia paziente, fatta di velature e trasparenze, elegante nella semplicità compositiva, dove la costante è il ritmo taciturno del buio e chi osserva viene immerso nella solenne grandezza della natura.
Contemporaneamente alla mostra di Milano, Alessandra Calò è anche presente fino al 28 febbraio con il progetto fotografico “HERBARIUM i fiori sono rimasti rosa” all’undicesima edizione del Festival di arte contemporanea Ras Al Khaimah Fine Arts – quest’anno sotto la direzione artistica di Alfio Tommasini – nell’ emirato Ras Al Khaimah, presso Al Jazeera Al Hamra Heritage Village, il nuovo spazio espositivo dedicato all’ arte contemporanea, promossa da Sheikh Saud bin Saqr Al Qasimi Foundation.
Il lavoro della fotografa pugliese, supportato dall’Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi e realizzato grazie al coinvolgimento dell’artista in un progetto sociale promosso da Reggio Emilia Città Senza Barriere insieme ai Musei Civici di Reggio Emilia, si focalizza sull’incontro tra creatività e fragilità come opportunità di inclusione sociale.
Alessandra Calò ha lavorato a questa ricerca insieme ad alcune persone con fragilità in un laboratorio allestito presso Palazzo dei Musei e ha utilizzato una tecnica di stampa fotografica storica, la callitipia, nella quale la manualità operativa è frazionabile fra i vari partecipanti.
Alessandra Calò
Nasce a Taranto nel 1977, vive e lavora a Reggio Emilia. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni (Maramotti di Reggio Emilia, Donata Pizzi, MoMA e Met Museum di New York) e sono state esposte in prestigiose mostre e festival internazionali (tra gli altri “Fotografia Europea”, Reggio Emilia; “Circulation(s) – Festival de la jeune photographie européenne”, Parigi; “Rencontres internationales de la photographie en Gaspésie”, Montreal). Libri d’artista e pubblicazioni rivestono un ruolo fondante della sua pratica artistica.