Probabilmente sarà l’ultima manifestazione che organizzeremo perché, se passa l’immunità penale per i gestori dell’Ilva, l’unica speranza che ci rimane è la Corte di Giustizia europea, dove finalmente siamo approdati.
Dalla politica italiana, a tutti i livelli, sta per arrivare una nuova condanna a morte, per il futuro, che verrà sottoscritta dal Parlamento entro il 5 marzo.
Quanti chili di sarcoma saranno espiantati dai nostri corpi, in questo insopportabile futuro? Quanti di noi si ammaleranno e moriranno finché la fantomatica decarbonizzazione del governatore di Puglia e del sindaco non si rivelerà altro che un alibi per continuare a produrre a carbone?
E chi pagherà per le malattie e le morti fuori e dentro la fabbrica? Nessuno. Come sempre.
E allora, fosse l’ultima volta che lo facciamo, i tarantini devono scendere in piazza con noi, i medici devono scendere in piazza con noi, i commercianti, gli studenti, i mitilicoltori, i pescatori, gli agricoltori, gli operatori turistici, gli operai, mamme, papà, nonni, zii, bambini. E l’intera provincia. Tutti! Uomini della cultura e dello spettacolo devono affiancarci, fare sentire che sono anche loro contro questa condanna a morte della giustizia e dei tarantini.
Tocca ai tarantini pretendere il rispetto dei propri diritti; tocca agli operai pretendere il rispetto della propria dignità.
Non siamo ambientalisti; siamo cittadini italiani da sacrificare. Cittadini “usa e getta”.
Dobbiamo solo decidere se tutto questo ci sta bene oppure no.