Acciaierie d’Italia riduce di un terzo l’attività di pulizia della Pellegrini all’interno di spogliatoi, refettori e mense della fabbrica di Taranto in quanto sospende le operazioni nel secondo e terzo turno di lavoro, e le mantiene solo nel primo. Questo significa compromettere le condizioni igieniche nello stabilimento, condizioni che già di norma e quindi con le pulizie a pieno regime, risultano insufficienti e precarie. La decisione di garantire le operazioni di pulizia era arrivata per contenere il rischio del contagio Covid. Oggi, a poche ore dalla notizia di un notevole aumento del casi in Puglia, è assolutamente indispensabile mantenere gli stessi ritmi. Questa novità da parte di Adi, tradotta in termini pratici, è una mancanza di rispetto, e direi anche una dimostrazione di disprezzo nei confronti dei lavoratori, che non meritano neanche di avere ambienti puliti e igienizzati quando ancora l’emergenza sanitaria non è passata.
Sull’altro fronte, e quindi nei confronti dell’azienda, nello specifico la Pellegrini, non solo avanza una somma spropositata per il pagamento di fatture arretrate, ma subisce anche il blocco delle attività per due turni su tre.
Questo delle pulizie è un caso paradossale (restano a casa coloro che dovrebbero garantire un ambiente pulito e salubre) che si incastona in un quadro altrettanto complicato in cui Adi, dopo esattamente due settimane, non accenna a ritirare la decisione di tagliare gli ordini con le conseguenze che inevitabilmente ricadono su tantissimi lavoratori. Se si vuole avere almeno la speranza di un futuro diverso, non si può che ragionare sull’ipotesi di nazionalizzare o di avere lo Stato in maggioranza. Bene ha fatto intanto il Governo, attraverso le parole di Fausta Bergamotto, sottosegretaria di Stato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, a chiarire nella giornata di ieri che nessuna risorsa pubblica sarà ancora elargita se non quando Adi ristabilirà l’equilibrio con un cambio di passo nella governance e ripristinando gli ordini alle imprese dell’indotto.