Ancora una denuncia alle autorità competenti da parte di Usb per quel che riguarda gli abusi che subiscono i lavoratori all’interno della fabbrica.
L’uso, poiché inappropriato, della cassa integrazione nello stabilimento ex-Ilva, smette di essere uno strumento di tutela nei confronti di lavoratori e aziende in difficoltà, ma diventa ormai una vera e propria arma nelle mani di qualche soggetto per compiere mattanze.
I lavoratori di Acciaierie d’Italia non hanno il diritto di sapere, né tantomeno di parlare. Devono solo accettare in silenzio. Altrimenti diventano bersaglio di ritorsioni, e quindi scattano cassa integrazione o licenziamento.
Questo è il clima che si respira all’interno della fabbrica, si respira il costante timore di non potersi assentare per non perdere salario o di non poter parlare
altrimenti si rischia di essere discriminato o peggio di essere lasciato a casa.
Tutto questo sta accadendo sotto gli occhi di uno Stato assente per la tutela dei diritti dei lavoratori, ma pronto a sborsare ingenti capitali in soccorso ad aziende come questa, che si mostra ogni giorno sempre più inaffidabile e inadeguata a gestire uno stabilimento di tali dimensioni.
Pertanto, la nostra organizzazione continuerà a sostenere la propria piattaforma in cui si pongono al centro dell’attenzione le esigenze dei lavoratori e non quelle della multinazionale. L’augurio ai lavoratori, ma anche a tutta la comunità jonica, è che l’appuntamento elettorale del 25 settembre, che segnerà l’inizio di un nuovo percorso politico, possa permettere di inaugurare una fase caratterizzata da sensibilità e attenzione per le tante vertenze sindacali che, come quella dell’acciaieria, tengono col fiato sospeso lavoratori e aziende locali.