«Scrutatori in mano ai consiglieri dimissionari? Non possiamo permettere che ciò accada».
Queste le parole con cui Fabrizio Manzulli, presidente di Taranto Crea e candidato al Consiglio comunale a sostegno di Rinaldo Melucci, ha commentato il caso scoppiato nelle ultime ore sulla figura degli scrutatori, a poco più di un mese dalle elezioni amministrative di Taranto.
Secondo una circolare del 2011 del Dipartimento per gli Affari Interni e territoriali interpretativa del Testo Unico degli Enti Locali, art. 141 comma 5, “i consiglieri dimissionari che hanno provocato lo scioglimento del Consiglio non possono essere privati della qualità di componenti della Commissione Elettorale comunale, pur essendo venuta meno quella di consiglieri comunali”. Si gioca tutto sugli “incarichi esterni eventualmente attribuiti loro”, sempre al comma 5, ma il Consiglio di Stato già nel 1972 dichiarava che “la cessazione della carica di consigliere comunale comporta la contestuale cessazione da componente la commissione né, nel caso, è applicabile il principio della prorogatio”.
Un corto circuito che potrebbe sicuramente avvantaggiare i consiglieri dimissionari che a novembre scorso decretarono la fine dell’amministrazione Melucci, liberi quindi di nominare gli scrutatori che preferiscono.
«Questa interpretazione – ha detto Manzulli – deve tenere conto che stiamo parlando di persone che hanno lasciato il consiglio comunale. Il rischio di clientele e di voti di scambio c’è: la nostra lista chiede al Commissario prefettizio Vincenzo Cardellicchio e al Prefetto Demetrio Martino la massima equità e un sorteggio dall’albo degli idonei a ricoprire il ruolo di scrutatore, piuttosto che proseguire con la nomina diretta da parte di una Commissione Elettorale oramai rappresentativa soltanto dell’area politica di cui fanno parte i 17 consiglieri dimissionari, tutti candidati a sostegno del candidato sindaco alternativo alla amministrazione Melucci».