Gabriella Martinelli, cantautrice di successo cresciuta a Montemesola, voce coraggiosa che ha portato sul palco dell’Ariston la drammatica vicenda della Taranto inquinata nel suo pezzo “Il gigante d’acciaio”, è pronta per il suo tour che partirà il 14 maggio proprio dalla città dei Due Mari.
In un post pubblicato sui suoi canali social ha affidato le sue emozioni, ricordando la bambina che sognava i grandi palchi, ogni mattina quando da Montemesola raggiungeva la città a bordo di un bus.
Gabriella i grandi palchi li ha calpestati e travolti con tutta la sua energia e la sua grande voce. Non ci resta che darle un ben tornato a casa e correre a sentirla!
Ecco cosa ha scritto sui social:
“Il tour parte da Taranto, la città in cui sono cresciuta e dove ha avuto inizio tutto.Il pullman partiva presto la mattina dal mio paese, Montemesola, e faceva capolinea al Porto Mercantile di Taranto sempre alla stessa ora.Chitarra sulla spalla destra e zaino sulla sinistra, attraversavo il lungo mare verso il liceo Aristosseno… spesso da sola. Credo sia stato lì che è cominciato tutto. Il vento spingeva forte i miei passi e immaginavo di andare lontanissimo, di cantare su grandi palchi, di viaggiare tutti i giorni. Le onde del mare facevano da accompagnamento ai miei pensieri e i rami degli alberi andavano perfettamente a tempo.Mi trattenevo in classe sempre un po’ di più per ripassare gli studi di chitarra… un panino e poi c’erano le lezioni al Conservatorio.Posto al centro della città vecchia, il Paisiello era uno spazio senza tempo dove nascevano canzoni e ci si sorrideva spesso. L’aula dell’insegnante di canto corale era il parco giochi preferito di molti. La signora Guarnieri, colorata e sempre allegra, suonava arpeggi lunghissimi e faceva cantare tutti. Il mio maestro di chitarra mi aspettava con la solita matita fra le mani e la sua accogliente barba bianca. Ricordo i chitarristi più grandi di me, virtuosi e sempre bellissimi. E le chitarriste, eleganti e puntuali, non sbagliavano una nota. Io avevo dei problemi con Bach e con quei tizi dell’ottocento che imponevano diteggiature per gorilla e virtuosismi per supereroi.Tutto sommato volevo solo suonare le mie canzoni e il maestro Pino lo aveva capito. Oggi io e il maestro ci scriviamo ancora e quando ho la chitarra fra le mani mi capita di rivedere la sua matita e quello sguardo rassicurante di chi sa e lascia andare.Perdevo quasi sempre l’autobus di ritorno, prendevo l’ultima corsa quella che faceva il giro più lungo passando anche per l’Ilva. Mi addormentavo sul finestrino e il giorno dopo ero di nuovo al porto.Il tour parte da Taranto e vi aspetto al capolinea dell’autobus. Non vedo l’ora di vedervi, giuro”.
I biglietti qui: https://link.dice.fm/K3c672c4c131