Alcuni ben noti personaggi politici del mondo ambientalista romano, come Angelo Bonelli, hanno utilizzato in questi anni il dramma di Taranto allo scopo di annullare la resistenza ambientalista.Agendo come un metaforico Cavallo di Troia, servendosi di teste di ponte locali, hanno di fatto disintegrato le battaglie realizzate nelle piazze e nelle strade e quei processi di politica dal basso e rigenerazione urbana che, via via, si sono quasi totalmente estinti.
Obiettivo raggiunto in maniera subdola e senza alcun rispetto per chi in questi anni ha abbracciato l’idea di una città a misura umana, pagandone spesso le conseguenze personali.
Amiamo l’ambiente e siamo certamente a favore dell’impiego delle fonti di energia rinnovabili a patto, però, che non deturpino la bellezza dei paesaggi circostanti e deprezzino il valore degli immobili, magari costruiti con sacrificio, come accaduto con le pale eoliche poste “nearshore” nei pressi della spiaggia di Lido Azzurro e non “offshore” come ci era sempre stato raccontato, ingannandoci.
Ora un nuovo pericolo incombe. Il rigassificatore. Prepariamoci a questa eventualità a cui ci opporremo senza i “No Comment” di facciata come Musillo o fatui “NO” pre-elettorali di stampo verde-piddino di Melucci che, con le navi di chi ammazza il territorio, ci ha sempre fatto business e che ha già il benestare del suo padrino politico Emiliano.
Diciamo convintamente NO per tre motivi fondamentali legati a fattori ambientali ed economici.
1) Aumento del rischio di incidente rilevante nella rada e nel porto di Taranto con grave pericolo per spiagge, coltivazioni di mitili e tutto l’ecosistema marino;
2) Aumento delle emissioni di sostanze odorigene in aggiunta a quelle già esistenti.
3) Incidenza economica irrilevante per il territorio rispetto all’alta probabilità di rischio.
Non è possibile accettare ulteriori antropizzazioni del territorio oltre quelli già esistenti ed altamente impattanti per il nostro territorio.
NO AL RIGASSIFICATORE!